La Russia starebbe per dispiegare in Crimea unità del sistema di difesa missilistico S-400, in grado di colpire tutto il Mar Nero e parte dell’Ucraina. In realtà, quella che sembra una escalation dopo l’incidente nel Mar di Azov tra navi militari ucraine e russe, secondo quanto ci ha detto il generale Giuseppe Morabito, è solo guerra psicologica: “Putin sta cercando di influenzare le elezioni presidenziali che ci saranno in Ucraina a fine marzo dell’anno prossimo, spaventando i nazionalisti e incoraggiando i separatisti”. A proposito invece dell’attacco terroristico telefonico di ieri, Morabito dubita sia una contromossa ucraina, perché a Mosca basta chiudere i rubinetti del gas e il paese sarebbe in ginocchio. Ecco cosa ci ha detto.

Missili in Crimea, attacco di terrorismo telefonico in Russia: che sta succedendo dopo l’incidente del Mar di Azov?

Se non si tiene conto che il 31 marzo 2019 ci sono le elezioni presidenziali in Ucraina non si può capire quello che sta succedendo. La Russia sta cercando di influenzare quello che avviene in Ucraina a suo vantaggio, ma anche l’Ucraina cerca di trarre vantaggio da questa attività nel mare di Azov.

Dunque non ci sono pericoli di scontro militare nel prossimo futuro?

La Russia non ha bisogno dei missili di cui si sta parlando in questi giorni per colpire qualunque parte dell’Ucraina, può colpire dove vuole in qualunque momento. Ha una potenza che non ha avversari nell’area, questo che hanno annunciato è uno spiegamento psicologico.

Ci spieghi meglio.

Mostrare i muscoli, una cosa che si fa sempre. E’ solo per mettere pressione e mostrare al popolo ucraino che la Russia può essere minacciosa. Può colpire ovunque non solo in Ucraina, non ha certo bisogno di questi nuovi missili.

In sostanza vogliono spaventare gli ucraini affinché votino contro l’attuale leadership?

L’Ucraina è divisa in due dal fiume Dnepr, a ovest ci sono gli ucraini nazionalisti, a est ci sono quelli di etnia russa. le elezioni sono nazionali, se mettono pressione a tutto il paese è difficile ci sia una maggioranza nazionalista vincitrice.

Intanto ci sarà fra poco il G20 in Argentina, Trump ha dichiarato che dopo la crisi fra i due paesi l’incontro previsto con Putin potrebbe saltare. Che conseguenze potrebbero esserci?

Secondo lei Putin va al G20 a mediare la sua posizione? Va a parlare dei migranti? Va con qualcosa in mano per contrattare, per essere un riferimento. Con questa aggressione in mano che è a suo favore, diventa di nuovo il centro dell’attenzione. Questo è l’interesse della Russia, essere al centro dell’attenzione.

E Trump cos’ha in mano?

Trump ha grossi problemi con la Turchia, la quale ha rilevanti interessi nel Mar di Azov. La Turchia non è un paese democratico, se si schiera con Putin che succede? Non parliamo poi della dichiarazione dell’Onu: avendo la Russia diritto di veto, è assolutamente inutile.

L’episodio di terrorismo telefonico che ha portato all’evacuazione di migliaia di persone da circa sei centri commerciali russi potrebbe invece essere l’arma psicologica ucraina?

Se non è stato rivendicato può essere di tutto, non è la prima volta che succedono queste cose in Russia. Ma se l’Ucraina vuol fare male alla Russia fa autogol.

Perché?

Quanto accaduto in Russia si chiama guerra ibrida, distoglie l’attenzione e crea problemi commerciali. Ricordiamoci però che il gas per riscaldare l’Ucraina arriva dalla Russia, basta che Putin giri la manovella e l’Ucraina finisce in ginocchio. Un attacco ibrido ci potrebbe stare, però sarei molto scettico nel dare la colpa a Kiev, perché l’Ucraina dipende ancora molto da Mosca.

Che sviluppi prevede?

Dopo l’occupazione della Crimea è successo qualcosa? No. E adesso per tre navi pensiamo scoppi una guerra, dopo il fallimento di tute le iniziative a favore della Crimea? Assolutamente no.