È dura la presa di posizione degli Stati Uniti in merito allo scoppio di una nuova crisi non solo diplomatica tra Russia e Ucraina dopo che Mosca ha proceduto al sequestro di tre navi della Marina di Kiev nello stretto di Kerch, tra il Mar Nero e il Mar d’Azov. Infatti, Nikki Haley, l’ambasciatrice dell’amministrazione Trump presso le Nazioni Unite ha parlato senza mezzi termini di “condotta illegale”, aggiungendo che la Russia dovrebbe immediatamente desistere in nome non solo della pace ma pure della sicurezza internazionale dato che non son stati rispettati i diritti di navigazione degli altri Stati. Non solo: la Haley ha parlato pure di “violazione del diritto internazionale” nell’impedire il transito delle navi ucraine, in quella che rischia di diventare una vera escalation con i due Paesi dato che nelle ultime ore Petro Poroshenko, premier ucraino, ha già firmato un decreto per reintrodurre la legge marziale. (agg. di R. G. Flore)
ONU, “LIBERO LO STRETTO DI KERCH”
Lo aveva annunciato stamattina dopo l’esplodere della tensione sul Mar Nero per lo “scontro” tra le navi ucraine e russe, ora è ufficiale: il Presidente dell’Ucraina Petro Poroshenko ha firmato il decreto con cui viene introdotta la legge marziale a Kiev per i prossimi 60 giorni (fino al 25 gennaio 2019). Il clima di “guerra” è sempre più reale e gli schieramenti sembrano anche già “rinnovati”: la Ue si scaglia contro il Cremlino e parteggia per l’Ucraina, come del resto già avviene per la persistente crisi in Crimea. Poroshenko, di contro, presenterà nei prossimi giorni in Parlamento un disegno di legge che riporta le zone precise del Paese in cui verrà introdotta la misura di “difesa” che limita una serie di diritti e libertà costituzionali per un periodo si spera limitato nel tempo: come spiega l’Agi, «Il controllo sull’attuazione della legge marziale è affidato al segretario del Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa dell’Ucraina, Oleksandr Turchynov». Dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu arriva un appello al Cremlino che ponga fine all’escalation di tensione nel Mar di Azov: «ripristinare la libertà di transito nello stretto di Kerch, dove avete sequestrato tre navi ucraine». (agg. di Niccolò Magnani)
UE CONDANNA MOSCA: “PUTIN LIBERI LE NAVI”
L’Unione Europea non tarda a schierarsi e sceglie ancora una volta l’Ucraina nella lunga guerra serpeggiante tra Kiev e Mosca dopo la “miccia” esplosa nel caso sul Mar D’Azov (una sezione settentrionale del Mar Nero): «Gli sviluppi nel mar d’Azov sono inaccettabili e ci aspettiamo che la Russia lasci andare subito le navi e l’equipaggio», spiega la Commissione Ue condannando l’aggressione verso l’Ucraina, «generando una pericolosa escalation» tra i due Paesi ancora in guerra in Crimea. «Stiamo prendendo la questione con grande serietà, assicura la portavoce, e per noi è una priorità in questo momento», ha poi confermato ancora la portavoce della Commissione Ue, in attesa che “Lady PESC” Federica Mogherini avvii il giro di contatti diplomatici per provare a raffreddare gli animi tesi. «L’Europa resterà unita a sostegno dell’Ucraina, condannando l’uso della forza da parte della Russia nel Mar d’Azov. Le autorità russe devono restituire i marinai ucraini, le navi e astenersi da ulteriori provocazioni», ha commentato su Twitter il Presidente del Consiglio Ue Donald Tusk, annunciando l’incontro in serata con alcuni rappresentanti del governo di Kiev. (agg. di Niccolò Magnani)
LAVROV ATTACCA BRUXELLES: “CIECO SOSTEGNO A KIEV”
In un durissimo intervento da Mosca il ministro degli Esteri di Putin, Sergey Lavrov, ha definito l’incidente gravissimo avvenuto nello Stretto di Kerch «una chiara provocazione da parte di Kiev», ma non solo: secondo il capo della diplomazia del Cremlino, molte colpe nell’intero scontro che ormai da oltre un lustro imperversa tra Ucraina e Russia sono da imputare alle scelte scellerate dell’Unione Europea. «Fornite un sostegno cieco a Kiev», attacca Lavrov che poi precisa «Invitiamo gli sponsor occidentali a far calmare coloro che stanno provando a guadagnare punti politici da questa isteria militare». Putin è convinto che l’incidente di oggi sia stato pianificato in vista delle Presidenziali in Ucraina nel 2019 dove Poroshenko cerca la riconferma tramite una spinta politica anti-Mosca. Una prima “replica” dall’Ue arriva dal Ministro degli Esteri tedesco, Heiko Maas che ha giudicato «inaccettabile ogni blocco da parte della Russia del passaggio nel Mare di Azov» come conseguenza delle tensioni in Crimea e oggi nel Mar Nero. La Germania, come del resto Bruxelles unita, richiede una de-escalation al più presto per evitare nuovi danni e vittime. (agg. di Niccolò Magnani)
ASSALTATA AMBASCIATA RUSSA A KIEV
Clima di altissima tensione tra Russia e Ucraina, con lo scontro nel Mar Nero che ha portato conseguenze fin da subito: come riportato dai colleghi di Tg Com 24, il governo ucraino ha deliberato di chiedere al Parlamento di chiedere la legge marziale e durante la notte sono scoppiati scontri e proteste a Kiev. Centinaia di manifestanti si sono riuniti sotto l’ambasciata russa e hanno dato fuoco a un veicolo diplomatico. Uno scambio di accuse tra Mosca e Kiev che ha causato nuove scintille tra i due Paesi: il presidente Usa Donald Trump sta monitorando gli sviluppi sull’asse ucraino-russo, mentre l’Onu ha convocato una riunione del Consiglio di Sicurezza. L’Ucraina ha denunciato «un folle atto della Russia contro l’Ucraina», parlando a chiare lettere di attacco premeditato. (Aggiornamentod i Massimo Balsamo)
UCRAINA CHIEDE STATO DI GUERRA
Una battaglia navale nello stretto di Kerch tra il Mare di Azov e il Mar Nero riaccende le tensioni tra Ucraina e Russia. Un rimorchiatore che trainava tre piccole unità militari ucraine sarebbe stato infatti speronato dalle navi di Mosca, decise a sbarrare la strada nel tratto di mare occupato dopo l’invasione della Crimea. I russi avrebbero poi aperto il fuoco facendo due feriti tra gli ucraini e sul posto sarebbero comparsi anche i cacciabombardieri, fino a quando le motovedette non si sono fermate e sono state sottoposte a sequestro. Come riportato da La Repubblica, per quanto i russi sostengano che il movimento della flottiglia non era stato comunicato alle autorità che gestiscono il traffico navale nello Stretto, la risposta del governo ucraino non si è fatta attendere. Il presidente Petro Poroshenko, che ha convocato una riunione d’emergenza con i vertici delle forze armate, ha annunciato che chiederà al Parlamento di proclamare la legge marziale, sancendo di fatto lo stato di guerra. (agg. di Dario D’Angelo)
UCRAINA-RUSSIA, SCONTRO NEL MARE DI AZOV
Tensione alle stelle nello stretto di Kerch, porta d’accesso al mare di Azov che separa la Crimea dalla Russia. La Marina ucraina ha infatti accusato Mosca di aver aperto il fuoco contro le sue navi da guerra al culmine di un tesissimo confronto. Secondo la versione di Kiev, le navi russe “hanno aperto il fuoco su un gruppo di navi della marina ucraina” e “due marinai sono rimasti feriti“. Come riportato da Rai News, la stessa Marina ucraina ha successivamente denunciato il sequestro di tre navi della sua flotta navale ucraina al largo delle penisola della Crimea. Un clima di aperta ostilità che stando a quanto riferito dal portavoce della presidenza ucraina, Svyatoslav Tsegolko, ha portato il capo dello Stato, Petro Poroshenko a convocare una riunione d’emergenza con le più alte cariche militari.
UCRAINA, “RUSSIA HA SPARATO CONTRO NOSTRE NAVI”: LA VERSIONE DI MOSCA
Com’era facilmente ipotizzabile la versione del Cremlino non coincide con quella di Kiev, che ha di fatto parlato di un’aggressione in piena regola da parte della flotta di Mosca, accusata di aver aperto il fuoco contro le navi ucraine a largo della Crimea. La Russia sostiene infatti che le tre navi ucraine avevano attraversato senza autorizzazione acque di Mosca, ma Kiev replica di aver informato per tempo del proprio passaggio. L’agenzia di stampa governativa russa Sputnik, citando il centro per le pubbliche relazioni del FSB (i servizi segreti, ndr) parla di “azioni provocatorie delle tre navi della Marina ucraina” che si sarebbero “protratte per diverse ore“. Secondo un esperto del FSB dietro questa manovra potrebbe esserci un movente “politico”, legato alle esigenze del presidente Poroshenko in vista delle elezioni di marzo: Washington infatti non avrebbe ancora deciso chi sostenere come presidente dell’Ucraina e il capo dello Stato, sostiene Martynov del servizio stampa del dipartimento di frontiera della Crimea del FSB “con le sue azioni spera di dimostrare il suo valore a Washington“.