Svolta nel caso della donna russa arrestata lo scorso luglio, Maria Butina, accusata di essere una spia di Mosca. Il suo compito sarebbe stato quello di influenzare la politica americana nei confronti del suo paese. Adesso spunta un accordo fra la donna e la giustizia americana: collaborerà con loro in cambio di una condanna molto lieve e la conseguente espulsione dagli Usa. Lo ha scritto il New York Times che avrebbe avuto modo di leggere il testo dell’accordo. Originaria della Siberia, era una esperta di pubbliche relazioni, e aveva fondato una associazione per avere leggi meno restrittive sul porto d’armi. Entrata nell’orbita di un politico amico di Putin, aveva collezionato importanti amicizie fra gli americani più conservatori e tra i membri della National Riffe Association, la più potente lobby americana che difende l’uso delle armi da fuoco per i cittadini privati. Lo scopo, secondo le accuse, era entrare nel Partito repubblicano per influenzare le scelte in politica estera in particolare verso la Russia.



L’ACCORDO CON LA GIUSTIZIA AMERICANA

Maria Butina, la spia russa sospettata di avere tentato di influenzare le politiche statunitensi verso la Russia, ha raggiunto un accordo con l’accusa e si dichiarerà colpevole nel processo in corso contro di lei. Butina è accusata di avere cercato di infiltrarsi nella National Rifle Association (NRA), si tratta della più potente lobby americana che difende i possessori di armi da fuoco e che ha stretti legami in particolare con molti politici Repubblicani, compreso il presidente Donald Trump. Secondo il New York Times, che sostiene di avere visto il testo dell’accordo, la spia russa si impegnerà anche a collaborare con la giustizia, una cosa molto inusuale per un agente segreto arrestato in un paese straniero. L’accordo prevede anche accuse più blande rispetto a quelle annunciate dal governo statunitense lo scorso luglio, ma dovrà essere approvato da un giudice; molto probabilmente, ha scritto il New York Times, Butina sconterà una pena breve in prigione, prima di essere espulsa in Russia.

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