L’Isis si ritira dalla città di Hajin, in Siria, capitolando di fatto in quella che era la sua ultima roccaforte nel Paese mediorientale, nella provincia est di Deir Ezzor: grazie al contributo delle forze militari americane a supporto dei guerriglieri curdi, infatti, oggi è stato segnato un punto decisivo nella ritirata dell’autoproclamato Stato Islamico, in rotta oramai da diverse settimane. L’operazione tuttavia ha avuto una svolta solamente nelle ultime ore rispetto a quanto preventivato dato che a spaccare il fronte “occidentale” c’è la Turchia di Recet Tayyip Erdogan, che da sempre considera le milizie curde di stanza in Siria, da sempre nemico giurato di Ankara, alla stregua di terroristi. Secondo quanto si apprende da alcuni inviati nel Paese, tuttavia la fuga dei miliziani di Daesh da Hajin lascia irrisolti alcuni interrogativi, primo fra tutti quello sulla sorte del leader carismatico, Abu Bakr al-Baghdadi.
SIRIA, ERDOGAN AVVERTE WASHINGTON
Infatti, la capitolazione delle truppe dell’Isis (i cui vertici hanno di recente rivendicato l’attentato ai mercatini di Natale a Strasburgo) in quella che era la loro ultima roccaforte nello stato siriano non garantisce che, come annunciato più volte in passato, al-Baghdadi sia effettivamente morto: secondo alcune testimonianze, il califfo nero avrebbe risieduto per un certo periodo proprio ad Hajin dopo che anche Raqqa era stata riconquistata dalle truppe della coalizione democratica a scapito di Daesh. E così dopo che l’offensiva era partita lo scorso settembre adesso anche la provincia orientale di Deir Ezzor torna in mano alle forze curde ma l’appoggio statunitense potrebbe segnare, dopo il caso della morte di Jamal Kashoggi (in cui pare che Donald Trump non abbia preso sufficientemente le distanze dal principe di Riyadh, mandante probabile dell’esecuzione del giornalista saudita), una nuova rottura tra Turchia e USA. Parlando nelle ultime ore, lo stesso Erdogan ha spiegato che le sue forze turche sono oramai pronte a entrare nella città di Manbij, a nord della Siria, se gli americani non allontaneranno dalla zona le forze curdo-siriane che Ankara ritiene alla stregua di terroristi. “Vogliamo essere molto chiari: dovete fare pulizia, rimuovere i terroristi” è l’ultimatum del presidente turco a Washington, ribadendo che il suo Paese è intenzionato a portare in Siria “pace e sicurezza”.