Mentre le forze curde stanno cercando di riconquistare l’ultima roccaforte dell’Isis, l’avanzata delle milizie anti-Daesh continuano a scoprire gli orrori delle azioni compiute negli anni di “permanenza” dello Stato islamico nei luoghi occupati di Iraq e Siria. È di stamattina la notizia del ritrovamento di almeno 150 corpi a Raqqa, l’ex capitale siriana dell’Isis: stando a quanto riferiscono fonti sul territori alle agenzie internazionali, sarebbe stata trovata anche una fossa comune con più di mille corpi ancora tutti da riesumare. Secondo i medici legali che operano nella complessa area un tempo occupata dallo Stato Islamico nella regione semi-autonoma ora controllata dai curdo-siriani, la fossa sarebbe stata divisa in due parti e si estende per una larga fetta sulla sponda sud del fiume Eufrate. Da Sochi intanto arriva l’ulteriore appello di Vladimir Putin alla comunità internazionale, «come Russia daremo un nuovo impulso alla normalizzazione della situazione siriana». Si attende la “replica” da Washington..



CURDI ENTRANO A BAGHUZ

Dopo l’offensiva scattata sabato scorso nel villaggio di Baghuz, questa mattina i curdi alleati con le forze siriane (e il sostegno delle truppe Usa) sono riusciti ad entrare nell’ultima vera roccaforte dell’Isis in Siria: stiamo parlando dell’area sud-orientale del Paese funestato dalla guerra, con la resistenza dei miliziani jihadisti (ormai poche centinaia) che però ha costretto i combattenti peshmerga ad una avanzata assai lenta e piena di ingenti perdite umane. Fonti militari curde sul fronte affermano come lo Stato Islamico ormai controlla davvero poche centinaia di metri quadrati, ma sono difesi all’ultimo sangue con la presenza dei miliziani cecchini in ogni angolo e con ordigni inesplosi. Di contro, le stesse fonti affermano all’Ansa che nelle ultime 24 ore «centinaia di combattenti stranieri dell’Isis si sono arresi durante la battaglia contro le forze curde»: l’Osservatorio Siriano per i Diritti Umani afferma sempre stamattina che 240 sono i jihadisti che si sono arresti a Baghuz nelle ultime ore anche se resta alquanto impossibile avere una verifica imparziale e completamente indipendente sul terreno al fronte.



SIRIA, OGGI VERTICE IRAN-TURCHIA-RUSSIA

Proprio durante l’offensiva contro gli jihadisti di Daesh, come purtroppo abbiamo osservato solo tre giorni fa, il fotografo italiano Gabriele Micalizzi è rimasto ferito alla testa e rischia di perdere un occhio dopo esser stato salvato e soccorso da un collega della Cnn. Mentre si attendono novità sul rimpatrio del fotoreporter famoso per i suoi reportage sui fronti mediorientali, sotto il lato geopolitico le prossime ore potrebbero essere importanti per conoscere il piano di “spartizione” nell’immediato post-guerra contro l’Isis. A Sochi si tiene infatti il summit tra Russia, Turchia e Iran per cercare di rilanciare la soluzione del conflitto in Siria con evidente “opposizione” agli Stati Uniti, tra l’altro in imminente ritiro delle truppe dal territorio: Putin, Hassan Rohani e Recep Tayyip Erdogan, sostengono da tempo i ribelli siriani e si concentrano su iniziative per il dialogo intersiriano con il nodo forte che resta il dialogo-rapporto con i curdi (odiati dalla Turchia) e ovviamente gli Usa. «Durante i colloqui intendiamo di concerto con le altre parti considerare ulteriori passi da compiere insieme per la normalizzazione della situazione nel Paese», fanno sapere dal Cremlino.

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