Il muro di Trump lungo il confine con il Messico non s’ha da fare. La camera di Washington, notizia delle ultime ore, ha infatti approvato una risoluzione che revoca lo stato di emergenza nazionale alla frontiera, dichiarato dallo stesso presidente negli Stati Uniti negli scorsi giorni. Una mossa messa in atto per bypassare il congresso, sbloccando così i famosi 5.7 miliardi di dollari necessari per erigere la barriera a sud. Un voto scontato visto che i democratici, dopo le elezioni di mid-term dello scorso novembre, hanno la maggioranza dei deputati al congresso. Una sorpresa invece i 13 repubblicani che hanno deciso di schierarsi contro il proprio commander in chief, votando appunto contro la dichiarazione dello stato di emergenza. La Camera ha fatto passare la revoca con 245 voti a favore e 182 contrari, ed ora il tutto passerà nelle mani del senato dove invece i repubblicani hanno la maggioranza. Non sono da escludere delle sorprese, visto che, come ricorda Repubblica, almeno tre senatori Rep sarebbero contrari allo stato di emergenza.



USA, CAMERA BOCCIA LO STATO DI EMERGENZA

Comunque andrà, alla fine Trump avrà comunque il suo muro visto che, anche nel caso in cui il senato bocciasse lo stato di emergenza (cosa clamorosa), il presidente utilizzerà il potere di veto per bloccare la legge in questione. Solamente una maggioranza pari a due terzi legherebbe le mani al tycoon, ma al momento sembrerebbe una cosa impensabile. Nel frattempo l’opposizione continuerà la sua guerra nei tribunali, alla luce dei 16 stati governati dai democratici che hanno già fatto ricorso alla magistratura, e tale azione legale sarà sicuramente caldeggiata ancora di più proprio dalla recente votazione alla camera. Si contesta non tanto la costruzione del muro quanto la dichiarazione dello stato di emergenza, considerato un abuso di potere esecutivo: c’è infatti il rischio che si crei un pericoloso precedente, utilizzabile anche in futuro.

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