NEW YORK — La premessa è che oggi come oggi Trump piace veramente a pochi. Lasciamo stare il cosiddetto “approval rating”, ovvero quanti approvino il suo operato come presidente degli Stati Uniti d’America; pensiamo a chi si fiderebbe di quest’uomo nella vita quotidiana, chiediamoci chi gli lascerebbe le chiavi di casa per qualsiasi evenienza. “E’ un razzista, è un truffatore, un imbroglione” – parola di Michael Cohen, avvocato cinquantaduenne. Ieri la prima pagina del New York Times se l’è conquistata tutta quest’uomo che per dieci anni è stato il legale di fiducia di Donald Trump, ed ora è il protagonista delle udienze (hearings della House Oversight Committee, Comitato di Sorveglianza) che la Camera sta conducendo alla ricerca di prove che inchiodino il presidente non solo da un punto di vista morale (i suoi peccati), ma anche da quello penale (i suoi reati). E secondo Cohen peccati&reati di Donald Trump sono tanti e gravi: dai pagamenti fatti per zittire una pornostar con cui aveva avuto un affare (guai se Melania ne fosse venuta a conoscenza), a loschi traffici condotti con la Russia durante una campagna elettorale che l’avrebbe portato alla Casa Bianca. Secondo quest’avvocato Trump ha condotto le suddette “operazioni” in maniera sfacciata e sommaria per il semplice fatto che non si aspettava neanche lontanamente di uscire vincitore dalle elezioni del 2016. Parola di Michael Cohen, cioè parola di un uomo che – per sua stessa ammissione – ha mentito (in precedenza), ma non è un bugiardo, ha fatto cose brutte (sempre in precedenza), ma non è cattivo.
E perché avrebbe mentito in precedenza? Perché il potere è il potere, dice lui e sappiamo tutti, il potere ubriaca, annebbia la mente. Ma allora perché – ci si può legittimamente chiedere – quest’uomo adesso sceglie di cambiare rotta e dire tutta la verità? Forse perché tutto ad un tratto la coscienza lo ha spinto a far prevalere il bisogno di verità sulla sete di potere? O forse è perché lo hanno “cuccato” senza via di scampo con le mani in qualche sacco e invece dei tre anni di carcere che lo aspettano se ne sarebbe dovuti sorbire chissà quanti? Non sono qui per difendere Trump e neanche per attribuirgli peccati&reati di cui non so altro che quel che leggo sui giornali. Chi sono io per sapere se Donald ha trafficato con la Russia e nascostamente fornicato con la pornostar …. Io sono solo uno di quelli che le chiavi di casa non gliele lascerebbe mai. Anche voi in Italia di questi tempi siete alle prese con queste stesse contraddizioni, come lo è tutto il mondo che da sempre si dibatte tra potere, usura, lussuria ….Eliot, lo abbiamo detto tante volte, insegna.
Quello che sta accadendo qui negli States mi ricorda anche la telenovela con Bill Clinton e Monica Lewinsky. Era il ’95 quando cominciò tutto l’ambaradan. Le acque rimasero a lungo agitate, per oltre due anni. Peccati (sessuali) e reati (spergiuro), ed un solo vero obiettivo per gli accusatori, allora come oggi: mandare a gambe all’aria il presidente e la sua amministrazione. Un bell’“impeachment” e via. Nel ’95 non c’era di mezzo la Russia, vero, solo una stagista disponibile ed un presidente deboluccio rispetto a certe tentazioni, ma mentire sotto giuramento, mentire alla nazione che ti ha eletto, questo oltre che reato è un fatto inammissibile ed inaccettabile nel ’95 come nel 2019.
Indigniamoci pure, stracciamoci le vesti o festeggiamo. A chi interessa la verità? Chi è capace di giustizia? Io vedo solo una grande battaglia tra chi il potere ce l’ha e chi vorrebbe averlo.
God Bless America.