Caos Venezuela, clima rovente a Caracas. Dopo l’appello degli scorsi giorni, il premier Conte ha inviato una lettera a Juan Guaidò, leader dell’opposizione contrapposto alla dittatura di Nicolas Maduro. «Le assicuro che sto seguendo la situazione critica con grande partecipazione e coinvolgimento emotivo, in considerazione delle sofferenze che sta vivendo la popolazione venezuelana, compresa la consistente comunità di origine italiana ivi residente» spiega il presidente del Governo M5s-Lega, come riporta La Stampa, sottolineando che Italia, con gli altri Paesi dell’Unione Europea, «ha sempre distinto, in modo lineare e coerente, gli organi democraticamente eletti, quale l’Assemblea nazionale da lei presieduta, dagli organi privi di legittimità democratica, quale la Presidenza della Repubblica». Conte ha inoltre sottolineato che l’Italia non lo ha riconosciuto formalmente presidente ad interim «non solo per ragioni di ordine giuridico-formale, ma anche perché consapevole del rischio di contribuire alla radicalizzazione delle rispettive posizioni, favorendo la spirale di violenza».
VENEZUELA, NUOVA MOBILITAZIONE OGGI
E quella di oggi sarà una nuova giornata di possibili tensioni: Juan Guaidò ha convocato una nuova mobilitazione nazionale in difesa del Parlamento, lanciando un appello all’Osa (Organizzazione Stati Americani) affinchè agisca. «Sabato (oggi, ndr) torneremo in strada in tutto il Paese», ha scritto su Twitter Guaidò, che ha inoltre chiesto all’ambasciatore Gustavo Tarre Briceno di indire una riunione per discutere del «nuovo colpo di Stato contro il Parlamento». Ma non è tutto: l’autoproclamato presidente ad interim venezuelano ha denunciato le minacce ricevute da diversi deputati dell’Assemblea Nazionale e oppositori al governo del presidente Maduro. Dopo aver condiviso alcune immagini con messaggi aggressivi scritti sui muri delle loro case, ha spiegato: «Non hanno il popolo e non possono camminare con la nostra gente, e l’unica opzione della dittatura è di agire nel cuore della notte per segnare le case dei nostri dirigenti. Questo sabato continuiamo a scendere in strada, combattendo con tutte le opzioni per porre fine alla dittatura».