Esther Benbassa, 71 anni, senatrice ecologista francese, è stata sospesa dal Senato a seguito di uno scandalo che la riguarda in prima persona e deflagrato al termine di un’inchiesta condotta dalla testata giornalistica online “Mediapart”, che ha condotto le proprie indagini sull’esponente della Sinistra radicale scoprendo che questa si sarebbe resa protagonista di ricatti morali, persecuzioni sul posto di lavoro e pressioni indebite sui suoi quattordici giovani collaboratori, i quali hanno definito un vero e proprio “clima di terrore” l’atmosfera che si respira all’interno dell’ambiente di lavoro che frequentano quotidianamente.
La donna, in possesso di tripla nazionalità (francese, israeliana e turca), si è sempre spesa a parole nei confronti dei deboli e degli oppressi, prendendo talvolta posizione in questioni delicate (come ad esempio sul velo indossato dalle donne islamiche). Questa volta, però, sul banco degli imputati è finita lei, a causa dell’azione di denuncia al quotidiano che è stata fatta da suoi otto ex collaboratori parlamentari e sei ex assistenti universitari, che hanno raccolto mail e messaggi sms che raccontano una vera e propria dittatura che sarebbe stata instaurata dalla donna all’interno del suo staff.
ESTHER BENBASSA ACCUSATA DI RICATTI AL SUO STAFF E SOSPESA DAL SENATO
Come riporta il quotidiano “Il Corriere della Sera”, tra le mani dei colleghi di “Mediapart” ci sarebbero alcuni scambi di posta elettronica davvero “intensi”, come ad esempio quello tra Esther Benbassa e una sua assistente parlamentare al termine del periodo di prova del suo contratto, ma che necessita di operarsi urgentemente al polmone. Tuttavia, la politica ha chiesto alla giovane di spostare di un mese l’intervento: “Il suo medico le dice che non spetta a me decidere delle questioni mediche, io però le parlo dei problemi che avremo in ufficio. C’è in ballo la riforma delle pensioni. Credo che non ci intendiamo. Sarà difficile fare un cammino comune. Lei è fragile e mi mette angoscia”.
In altri scambi avvenuti via posta elettronica, Benbassa attacca il suo staff, dicendo: “Non sapete scrivere una lettera, il Senato non fa per voi” e altre cose simili. Nel day after, la senatrice ha voluto scusarsi pubblicamente con le persone “che ho potuto ferire”, ma l’intellettuale Geoffroy de Lagasnerie la difende: “In uno spazio di Sinistra bisogna diffidare del quadro totalizzante nel quale le rivelazioni sono inscritte dalla logica stessa della narrazione mediatica”.