Il ministro della giustizia francese Éric Dupond-Moretti ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera nella quale parla delle ultime tensioni e delle manifestazioni scoppiate in tutto il paese, della chiamata al voto di aprile e con l’occasione commenta anche la prossima sentenza della Corte di Cassazione, attesa per il 28 marzo, che potrebbe definitivamente negare l’estradizione in Italia degli ex brigatisti e militanti di estrema sinistra. Il ministro inizia analizzando l’attuale situazione nel paese e le proteste scoppiate in seguito all’annuncio della riforma delle pensioni. In merito agli ultimi scontri avvenuti sabato scorso commenta: “La sinistra alimenta la disobbedienza, in nome della democrazia. Manifestare è un diritto, ma la democrazia non è lanciare le pietre ai poliziotti, è andare a votare“.



Secondo Dupond-Moretti, il leader della sinistra radicale , Jean-Luc Mélenchon, alimenterebbe le provocazioni gettando benzina sul fuoco. Questo ha permesso a diversi infiltrati di inserirsi nelle manifestazioni al solo scopo di aumentare gli scontri e di voler uccidere i poliziotti. Poi aggiunge “Polizia e giustizia lavorano insieme per riportare l’ordine democratico. Bisogna rispondere con fermezza alle violenze di questi farabutti che spaccano tutto“.



Francia, ministro giustizia su brigatisti: “Sono assassini e terroristi”

Sul prossimo voto in Francia il ministro Dupond-Moretti dichiara al Corriere della Sera che “il prossimo voto del 2 e del 16 aprile sarà, importante per capire quante persone parteciperanno e si mobiliteranno e questo conta più del test per il governo.” E ribadisce l’importanza del voto come strumento primario della democrazia, a differenza di quanto invece sostenuto da chi vorrebbe solo provocare tensioni e violenze. Rispondendo all’oppositore di esrema sinistra afferma “vorrei ricordare che è stato condannato in via definitiva dalla giustizia del mio Paese per aver esercitato violenze su poliziotti e magistrati“.



Alla domanda su una sua opinione in merito alla prossima sentenza della Corte di Cassazione francese che deciderà se accogliere o meno la richiesta di estradizione degli ex brigatisti italiani risponde: “intanto, io li chiamo terroristi. Assassini. Vorrei ricordare che il signor Cesare Battisti, che è stato sostenuto da una parte dell’intellighenzia francese, appena arrivato in Italia ha ammesso la sua colpevolezza. La seconda cosa da dire è che noi abbiamo fatto quel che era necessario perché venissero arrestati“. E conclude: “la giustizia è indipendente e sovrana. Quale che sarà la decisione, invierò un messaggio agli italiani“.