Età pensionabile, i possibili scenari di un aumento del requisito anagrafico legato alle ultime statistiche Istat sull’aspettativa di vita, relative al 2023, sembrerebbero essere stati confermati. La variazione potrebbe entrare in vigore nei prossimi anni, in base alle simulazioni infatti, resterebbe la soglia dei 67 anni almeno fino al 2028 poi potrebbe cambiare aumentando progressivamente. L’indicatore che ha destato polemiche, a causa di proiezioni Inps che davano a 70 anni l’età minima per lasciare il lavoro a chi oggi ha 30 anni, non è però affidabile al 100%. Questo perchè, come ha sottolineato anche lo stesso Istituto di Previdenza, l’incremento alla speranza di vita non viene sempre adeguato.
Pertanto il superamento del 67esimo anno, che probabilmente diventerà 67 e 1 mese, potrebbe essere raggiunto soltanto a partire dal 2029 con durata biennale. Le variazioni pensionistiche però non sono solo determinate da questi fattori statistici, anche gli interventi delle riforme del governo hanno effetto sia sugli importi che sulle condizioni per poter accedere alle uscite, che siano anticipate per misure specifiche o legate alla contribuzione e all’età. Nel 2024 ad esempio, la Legge di Bilancio è già intervenuta andando a ritoccare l’accesso alla pensione di vecchiaia.
Come cambia e da quando l’età pensionabile in base all’aspettativa di vita Istat
L’analisi sull’aspettativa di vita, che viene fatta periodicamente dall’Istat, ha effetti sull’età pensionabile, andando a modificare in base alle speranze previste il requisito di accesso legato ai dati anagrafici. L’aggiornamento che era stato previsto per il 2024 però non è ancora entrato in vigore, pertanto la soglia minima resta fissata a 67 anni almeno fino a dicembre 2028. Questo perchè, come ha rilevato anche l’istituto statistico, a differenza delle previsioni che in genere alzano sempre il livello, con l’emergenza sanitaria e la pandemia Covid, la durata media della vita è risultata ridotta perchè nel calcolo sono stati inclusi i decessi numerosi avvenuti proprio a causa delle infezioni.
Pertanto, non dovrebbe essere ulteriormente ritoccato il fattore nell’attesa di un rialzo che è stato previsto per il 2028/2029. A partire da questa data probabilmente dovranno essere stati superati i 67 anni per poter accedere alla misura previdenziale e di conseguenza si potrebbe verificare anche un aumento del totale di contributi maturati richiesti per l’ottenimento del pagamento.
Le modifiche ai requisiti per la pensione di vecchiaia con la Legge di Bilancio 2024
Attualmente le modifiche al sistema pensionistico sono intervenute con la Legge di Bilancio, che ha ritoccato i requisiti sia per le pensioni anticipate che per quelle di vecchiaia. Nel 2024 l’età pensionabile per chi ha raggiunto la soglia utile a richiedere la prestazione di vecchiaia resta fissata a 67 anni con almeno 20 anni di contributi maturati. Questo vale sia per i dipendenti che per i lavoratori autonomi. Mentre l’uscita anticipata può essere richiesta fino al 2026, dalle donne con 41 anni e 10 mesi di contribuzione e 42 + 10 per gli uomini.
Il governo ha introdotto una nuova norma per l’anno in corso, che stabilisce che dal calcolo l’importo lordo della pensione deve essere almeno equivalente all’assegno sociale per poter acquisire il diritto alla pensione di vecchiaia. Per il resto le modifiche sono soggette agli adeguamenti Istat sull’aspettativa di vita. E quindi in questo caso avvengono ogni due anni, come deciso nel 2019 diminuendo la frequenza che prima invece era stata stabilita con cadenza triennale. La possibilità quindi è quella di un prossimo aumento dell’età legato ad una maggiore speranza di vita media, che potrebbe in questo caso avvenire solo dopo il 2026.