Fin da prima del suo rilascio generale nelle sale, Eternals è stato etichettato come film peggio votato dell’intera epopea Marvel: ciò desta non pochi dubbi, specie alla luce dell’esistenza di perle come Thor: The Dark World o Iron Man 2. L’ipotesi del review bombing, cioè del sabotaggio delle recensioni, non è da escludersi, non essendo questo fenomeno nuovo all’industria cinematografica: che sia dovuto al fatto che il film presenti la prima coppia apertamente omosessuale mai comparsa in un film Marvel? O forse alla presenza di Chloe Zao alla regia, divenuta celebre con la sua vittoria agli Oscar per Nomadland ed espressasi in passato in maniera critica nei confronti del Governo cinese? Oppure Eternals è semplicemente il peggior film Marvel di sempre?
Un gruppo di esseri dai poteri divini, incaricato di proteggere gli umani e di guidarne lo sviluppo attraverso le ere, è costretto a tornare in azione per combattere i suoi nemici storici, i mostruosi Devianti. Ma saranno veramente loro la minaccia che si staglia sulla Terra? E riusciranno gli Eterni a rimanere uniti di fronte alla verità sulla propria natura? Non risponderemo a questi quesiti per evitare spoiler, preferendo soffermarci sui tratti che rendono Eternals un titolo unico rispetto alla concorrenza, primo fra tutti la solennità con cui ci presenta il suo team di protagonisti.
Le origini degli Eterni ci vengono illustrate tramite delle scritte in scorrimento il cui tono ricorda quello di un testo sacro, e non a caso: i dieci superumani hanno vegliato sull’umanità fin dagli albori del tempo, difendendoli da minacce aliene e ispirando miti e leggende che riprendono i loro nomi, come Ikaris, Gilgamesh e (A)Thena. I nostri eroi sono quindi dèi a tutti gli effetti, ma non quelli statuari e assoluti delle religioni monoteistiche: come i personaggi della mitologia greca essi sono contraddistinti dai loro difetti e dubbi, che vanno ben oltre i classici drammi che siamo abituati a vedere in questo tipo di film. Eternals affronta i temi del libero arbitrio, della fede, della memoria e del sacrificio, proiettati come in un prisma tramite i suoi numerosi e variegati protagonisti: Ikaris (Richard Madden) è il più forte del gruppo, ma dubita della sua capacità di fare le scelte giuste; Phastos (Brian Tyree Henry) è un ingegnere dal cuore gentile che perde fiducia nel suo operato assistendo alle atrocità che l’umanità compie grazie alla tecnologia; Sprite (Lia McHugh) è tanto matura quanto i suoi compagni, ma l’entità suprema che li guida, il Celestiale Arishem, le ha dato un corpo da eterna bambina per motivi ignoti, isolandola dalle dinamiche del resto del gruppo.
Non sono solo di trama i meriti della pellicola. Kevin Feige, Presidente dei Marvel Studios, si è dichiarato sorpreso dalla scelta della regista Chloe Zao di girare sfruttando paesaggi reali e luce naturale; fa sorridere, detto così, ma si tratta di una scelta non scontata e che ha ampiamente pagato sul fronte visivo. Le ambientazioni, che spaziano dalle strade londinesi alla foresta amazzonica fino agli scorci tropicali delle Canarie, sono dotate di personalità propria, e vengono ulteriormente impreziosite da una fotografia che ne mette in risalto la bellezza. A questo valore estetico se ne aggiunge un altro, cioè il senso della grandezza: pur essendoci abituati in questi anni a vedere astronavi, mostri ed esplosioni sempre più monumentali, Eternals è uno dei pochi titoli che riesce a rendere a pieno le dimensioni di certi elementi, creando un senso di meraviglia e dramma. Due aggettivi ricorrenti in tutta la pellicola, grazie a una regia che mette in mostra le gesta degli eroi e i loro tumulti interiori come se fossero i protagonisti di una vera e propria epica – anche se da un nome importante come quello di Chloe Zao ci si sarebbe potuti aspettare qualcosa di più.
Spunti di trama innovativi, un ottimo comparto visivo: è ormai chiaro che Eternals merita tutto meno che il titolo di peggior film Marvel, ma paradossalmente i suoi meriti coincidono con i suoi più grandi difetti. Tutti i film della saga, dal primo all’ultimo, seguono la stessa struttura narrativa che condividono con molte altre storie: abbiamo una situazione iniziale in cui l’eroe mette in mostra le sue capacità, e una rivelazione di qualche tipo a metà film, seguita dall’eroe che prende botte dall’antagonista; dopo questo momento di difficoltà l’eroe cerca alleati e compie un corso di crescita che gli permetterà di trionfare nel finale una volta per tutte. Un canovaccio ben collaudato che la Marvel ha sempre seguito, a volte innovando pur restando al suo interno (Guardiani della Galassia) a volte ribaltandolo (Infinity War, dove è di Thanos il vero e proprio viaggio dell'”eroe”).
Il punto è che Eternals presenta spunti troppo complessi per restare incatenati a una simile struttura, il che rende il film prolisso e superficiale al tempo stesso: da una parte il primo atto si trascina a fatica fino alla sopracitata “rivelazione”, tra un incipit poco convincente e flashback che non han tempo di respirare; dall’altra molti spunti, tra cui la natura perturbante dei poteri di uno dei protagonisti o l’origine dei Devianti, vengono tirati fuori per poi essere a tutti gli effetti dimenticati. Messi in scena a questo modo i tormentati Eterni sembrano avere la maturità emotiva di una classe di quindicenni, e devono fare i conti con le continue battutine in stile Marvel che qui stonano più che mai. Come se non bastasse, la continuità narrativa dell’universo cinematografico è andata a farsi benedire: ci sono dei timidi tentativi di legare la pellicola al resto della saga, ma non fanno altro che sottolineare come essa risulti fuori posto nel grande schema dei film precedenti.
Nonostante quanto detto sopra, Eternals rimane un esperimento interessante, ma realizzato in una maniera che non fa onore alle sue premesse. Fosse stata una mini-serie completamente scevra dal contesto Marvel sarebbe potuta essere uno dei prodotti più artisticamente validi del genere; realizzato così com’è, sembra quasi il tentativo di costruire un mosaico con quattro pezzi di Lego in croce e del nastro adesivo.
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