La criptovaluta Ethereum potrebbe diventare la prima commodity non Bitcoin della storia. Questo quanto riferisce Cryptonomist.ch, sottolineando il fatto che a ipotizzare questo risultato sia stato il broker Bernstein dopo l’approvazione dell’ETF spot proprio sulla criptovaluta in questione. Inoltre, tale situazione sembrerebbe far presagire che anche Solana venga classifica come commodity. Secondo quanto si legge l’approvazione di un exchange-traded fund (ETF) spot per Ether (ETH), avvenuta negli Stati Uniti, rappresenterebbe una notizia molto rilevante dal punto di vista normativo per tutto il settore delle criptovalute, e ciò accrescerebbe appunto le aspettative nei confronti di Solana, rivale diretta di Ethereum. Inoltre rappresenterebbe la chiara intenzione dell’amministrazione del presidente americano Joe Biden di allentare la stretta nei confronti delle valute digitali, una mossa in vista delle elezioni presidenziali che si terranno a novembre del 2024.
Cryptonomist.ch ricorda infatti come una eventuale vittoria di Donald Trump alle presidenziali del prossimo autunno sarebbe ben vista da parte del settore delle criptovalute, ed evidentemente l’attuale commander in chief sta cercando di recuperare il terreno perduto. Sulla vicenda si sono espressi anche i due analisti Gautam Chugani e Mahika Sapra, secondo cui un’eventuale elezione di Donald Trump porterebbe ad un “significativo sostegno legislativo e delle agenzie” nei confronti delle criptovalute, con l’elezione di un nuovo presidente della SEC.
ETHEREUM, APPROVATO ETF: ORA SOLANA. COSA PUÒ SUCCEDERE
Ci sarebbero inoltre dei cambiamenti strutturali e duraturi “nell’integrazione finanziaria delle criptovalute. più tatticamente, l’approvazione dell’etf su ethereum stabilirebbe un precedente per un primo asset blockchain non bitcoin ad essere considerato una commodity, aumentando le speranze che altre criptovalute come solana seguano lo stesso percorso”.
Tornando ad Ethereum, la criptovaluta è cresciuta all’inizio della settimana dopo che due analisti di ETF di Bloomberg hanno aumentato la possibilità di approvazione degli ETF spot da parte della SEC al 75 per cento, contro l’attuale 25 per cento. Inoltre è emersa la notizia che la stessa autorità di regolamentazione americana avesse chiesto di aggiornare i documenti ai richiedenti, facendo quindi presagire una maggiore possibilità di approvazione, cosa che poi effettivamente si è verificata.