Il vino rischia di subire un nuovo terremoto dopo che negli Stati Uniti si sta pensando di applicare delle etichette sulle bottiglie dello stesso, simili a quelle apposte sulle sigarette. In poche parole a breve anche il vino potrebbe essere identificato come un prodotto cancerogeno e ciò potrebbe andare ad incidere pesantemente sulle vendite dello stesso “nettare degli Dei”. La notizia è riportata in queste ore da Gambero Rosso e sottolinea che a proporre l’etichettà è stata Vivek Murthy, che altro non è se non il Surgeon General degli Stati Uniti.
Si traduce letteralmente nel chirurgo generale degli Usa ma di fatto è il portavoce su tutto ciò che riguarda la salute del governo federale, di conseguenza non una figura qualunque. Secondo la Murthy, assumere vino e in generale alcol, aumenta il rischio di contrarre ben sette diversi tipi di tumori, in quanto non esiste una vera e propria dose sicura. Ecco perchè stando allo stesso surgeon general, dovrebbero essere riviste le linee guida sull’assunzione dei prodotti alcolici.
ETICHETTE SUL VINO PER IL RISCHIO CANCRO: NUOVA DOCCIA FREDDA PER LA FILIERA
Gambero Rosso sottolinea come si tratti di una vera e propria “doccia fredda” per la filiera, già in attesa di capire se Donald Trump introdurrà o meno i dazi sugli stessi prodotti, e che ha già fatto crollare numerosi titoli in Borsa come ad esempio Campari, ma anche Remy Cointreau, Pernod Ricard e altri ancora.
Ma il dipartimento della salute a stelle e strisce tira dritto sottolineando come dopo il fumo e l’obesità, l’alcol è considerato la terza causa di tumore oltre oceano, di conseguenza va messo in guardia il più possibile il consumatore. I tumori che sarebbero strettamente legati all’assunzione di vino sono in particolare quello del colon retto, in forte aumento negli ultimi anni, ma anche fegato, esofago, seno, laringe, cavità orale e faringe, con riferimento a qualsiasi tipo di bevanda alcolica, anche la birra.
ETICHETTE SUL VINO PER IL RISCHIO CANCRO: I NUMERI DEGLI USA
Negli Stati Uniti 100mila casi di cancro e 20mila decessi all’anno sono collegati al consumo di alcolici, numeri impressionanti tenendo conto che le vittime della strada sono “solo” 13.500. Ci sono prove secondo cui un drink al giorno può portare a dei rischi maggiori di contrarre il cancro, ma secondo Francesco Perrone, numero uno dell’AIOM, associazione di oncologia, stiamo scoprendo l’acqua calda. La vera novità è appunto la richiesta di una etichetta, quindi una comunicazione esplicita, un’iniziativa che viene ritenuta adeguata dallo stesso medico per un “paese civile che vuole fare educazione”.
La pensa ovviamente in maniera diversa Lamberto Frescobaldi, il numero uno dell’UIV, l’unione italiana vini, secondo cui il vino non ha nulla a che vedere con gli altri alcolici in quanto se “consumato con moderazione” è un elemento della nostra cultura, di conseguenza è fondamentale distinguere le bevande e le modalità di consumo.