Centinaia di milioni di etichette già stampate che rischiano di andare al macero, milioni di bottiglie di vino già immesse sul mercato risulteranno “fuorilegge”. È l’effetto che potrebbero avere le linee guida per l’attuazione della nuova normativa europea sull’etichettatura. A due settimane dall’entrata in vigore delle nuove regole, prevista per l’8 dicembre prossimo, infatti, la Commissione europea pubblica le indicazioni per la messa a terra del regolamento. Ma in questo passaggio, si inserisce una modifica che rischia di creare il caos: fino al rilascio delle linee guida era infatti era inteso comunicare la lista degli ingredienti attraverso un QR code con la lettera “i” (di informazione). Nelle disposizioni pratiche invece la Commissione ha imposto l’inserimento anche del termine “ingredienti”. Il che mette evidentemente fuorigioco tutte le etichette finora confezionate secondo le indicazioni fin qui conosciute e condivise.
Il provvedimento ha incontrato l’ostracismo dei principali Paesi produttori del comparto vinicolo ed è fortemente criticato dalle associazioni di settore, che sollecitano interventi immediati. “Non possiamo accettare – spiega Mauricio González Gordon, Presidente CEEV-Comité Européen des Entreprises Vins – una nuova interpretazione, pubblicata 14 giorni prima della data di applicazione, che implicherà, da un lato, la distruzione di centinaia di milioni di etichette già stampate e, dall’altro, ci metterà nella condizione di non poter stampare nuove etichette in tempo per rispettare la nuova scadenza regolamentare. Chiediamo quindi alla Commissione di modificare urgentemente le linee guida”.
E dello stesso tenore è anche l’intervento del segretario generale di Unione italiana vini (Uiv), Paolo Castelletti: “C’è un’Europa che a volte si fa matrigna con le sue imprese e purtroppo ciò sta accadendo sempre più spesso con quelle del nostro settore. Le aziende vinicole, assieme a Uiv, sono da sempre sostenitrici della trasparenza nei confronti dei consumatori, come dimostra il fatto che, per primo, l’intero comparto abbia già adottato quanto previsto dal Regolamento Ue 2021/2117. Oggi un dietrofront, con la sorpresa di una nuova interpretazione al regolamento che rappresenta un buco nero sul futuro delle nostre imprese”.
Uno “sgambetto”, insomma, a un’intera filiera che – è bene ricordarlo – muove in Europa 147 miliardi di dollari l’anno.
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