Etiopia: 17 missionari salesiani sono stati arrestati lo scorso 5 novembre nella zona di Gottera, ad Addis Abeba. Come riportato da Vatican News, la loro solo colpa è quella di essere di origine tigrina, caratteristica che li ha messi nel mirino delle forze militari governative. Ormai da mesi è infatti in corso una sanguinosa guerra civile tra i ribelli della regione settentrionale del Tigray e l’esecutivo centrale. Le persone arrestate, tra cui sacerdoti e impiegati del centro gestito dai salesiani, sono state successivamente deportate in un luogo sconosciuto, come confermato dall’agenzia Fides. Ma questo non è l’unico episodio simile registrato negli ultimi giorni in Etiopia: come riferito dal portale “Africa ExPress”, agenti di polizia sono infatti entrati all’interno della cattedrale cristiana ortodossa di Addis Abeba, obbligando sacerdoti e monaci tigrè a interrompere le funzioni. I religiosi sono stati successivamente caricati su furgoncini delle forze di sicurezza e condotti in luoghi non identificati.



ETIOPIA, ARRESTATI 17 SALESIANI

Grande costernazione per l’escalation di tensione di queste ore è stata espressa domenica da papa Francesco in persona nel corso dell’Angelus. Il Papa ha infatti manifestato la sua preoccupazione per l’Etiopia, “scossa da un conflitto che si protrae da più di un anno e che ha causato numerose vittime e una grave crisi umanitaria“. Il Santo Padre ha poi rinnovato il suo appello “affinché prevalgano la concordia fraterna e la via pacifica del dialogo“. Dello stesso tenore il commento di don Mosè Zerai, presidente dell’agenzia Habeshia: “La notizia dell’arresto di sacerdoti, diaconi e laici etiopi ed eritrei che vivevano nella casa provinciale dei Salesiani ci lascia sgomenti. Non riusciamo ancora a comprendere quali siano i motivi alla base di un atto così grave: perché arrestare sacerdoti che svolgono la loro missione di educazione, peraltro in un centro impegnato da sempre a fare del bene, molto frequentato da anni da tantissimi bambini, dove si fa recupero dei bambini di strada? Hanno arrestato il provinciale, sacerdoti, diaconi personale di cucina, sappiamo di incursioni e perquisizioni in altre case religiose. Ma è chiaro a tutti che le chiese, le case di religiosi, non sono centri di politica. Ci auguriamo che tutto si risolva al più presto e che si giunga a una rapidissima liberazione di tutti, e che questa follia non sia di ostacolo alla missione della Chiesa verso i poveri e verso quanti si trovano in difficoltà. Io stesso ho visitato quel Centro e constatato come funzionasse bene, aperto a tutti senza nessuna distinzione di etnia, religione, classe sociale“.

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