Le autorità internazionali danno l’Etiopia sull’orlo del baratro dopo il tentato e misterioso golpe delle scorse ore; come riporta l’inviato de La Stampa, a muovere le fila del tentato colpo di Stato c’è Asaminew Tsige «capo delle forze di sicurezza della regione di Amhara che, nelle scorse settimane, in un video su Facebook aveva incoraggiato la popolazione locale ad armarsi». A rimanere ucciso è stata invece la mente operative del golpe, quel generale Mekonnen freddato dalla guardia del corpo (spia del Governo?) nella sua stessa residenza ad Addis Abeba. Pare che dietro l’insurrezione improvvisa, sedata con fatica nella giornata di ieri, vi sia l’accusa della regione di Amhara contro il premier Abiy Ahmed di star limitato l’autonomia dello stesso territorio. Il grido d’allarme arriva anche dalla Chiesa cattolica nella voce di Monsignor Antonio Mattiazzo, vescovo emerito di Padova fino a qualche mese fa missionario sui monti dell’Acrocoro: in una intervista a “Dire”, il sacerdote spiega «I rapporti tra le comunità dell’Etiopia sono storicamente segnati da tensioni sul piano politico; gli attentati del fine-settimana sembrano esserne la conferma. […] le dinamiche dell’appartenenza etnica, di fede e linguistica sono rilevanti o addirittura decisive in Etiopia, come del resto in altre regioni e zone dell’Africa».



SVENTATO GOLPE, UCCISA LA “MENTE”

Il Premier Abiy Ahmed ha annunciato in diretta tv che in Etiopia è stato sventato nelle scorse ore un golpe lanciato dai militari contro il Governo dello Stato africano nella regione settentrionale di Amhara: il Presidente, come riporta la Bbc, è apparso in abiti militari sulla tv di stato annunciando che diversi ufficiali dell’esercito sono stati uccisi nella Capitale di Amhara, a Bahir Dar, dopo il tentato colpo di stato lanciato dal Capo di Stato maggiore della Sicurezza etiope Seare Mekonnen. Proprio il n.1 dell’esercito, fino a ieri sotto le dipendenze del Governo Ahmed, ha lanciato il golpe e sarebbe stato ucciso nella propria abitazione dalla sua stessa guardia del corpo: la notizia ha fatto subito il giro del mondo e gli occhio sono stati subito puntati addosso all’Etiopia e alle prossime mosse che farà il Premier ricevuto lo scorso gennaio a Roma dal Presidente Conte per una bilaterale Italia-Etiopia.



TENTATO GOLPE IN ETIOPIA: PAESE NEL CAOS

Dopo i casi di Algeria e Sudan, con le “deposizioni” di Bouteflika e Bashir, ancora l’Africa vive momenti di tensione con il tentativo di ribellione al potere esecutivo da parte dei militari. Al momento, se tutto venisse confermato, Ahmed avrebbe evitato un golpe sanguinario da parte del suo stesso esercito: resta però ovviamente misteriosa la soluzione militare con l’omicidio immediato del Capo di Stato maggiore e la Comunità Internazionale guarda con preoccupazione alle vicende in corso ad Addis opiaoAbeba. Secondo i resoconti, la rete internet è stata oscurata mentre violente sparatorie avvenivano nella capitale dell’Etiopia del nord, a Bahir Dar. Pare secondo la Bbc che tutto sarebbe cominciato con l’irruzione in un meeting ufficiale di alcuni militari che avrebbero ucciso il Presidente dello Stato di Amhara assieme al suo consigliere. La reazione dell’Etiopia a quel punto è stata immediata e il Capo delle Forze Speciali ha assicurato poco fa che la maggior parte degli ufficiali golpisti sono stati arrestati o, come avvenuto per Mekonnen, giustiziati.

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