L’Etna ha regalato una spettacolare eruzione fra la sera e la notte di ieri. Dal vulcano siciliano, quello più attivo di tutta l’Europa, sono emersi dei bracci lavici attraverso una doppia fuoriuscita: una registrata presso il cratere di sud-est, in direzione della Valle del Bove, e un’altra invece nel lato nord dello stesso cratere. Come riferito dai colleghi di TgCom24.it, l’attività stromboliana è stata intensa, così come il tremore vulcanico e quello del tremore infrasonico, inoltre, favorita anche dalla scarsa luce notturna, è stata ben visibile anche da Catania e da Taormina, e persino dalla vicina isola di Malta.



Con il corso delle ore, poi, l’eruzione dell’Etna si è trasformata in una debole fontana di lava, quindi delle scarse emissioni di cenere che si sono disperse in quota, nella zona sommitale dello stesso vulcano siciliano. Stando a quanto riferito dall’Osservatorio etneo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, è stata segnalata una “significativa diminuzione” dalle ore 21:00 di ieri nonchè anche un “rapido decremento” del tremore vulcanico.



ETNA, ERUZIONE: “FENOMENTO SPETTACOLARE MA POCO INTENSO”

“L’analisi delle immagini delle telecamere di video-sorveglianza – ha fatto sapere l’Ingv – mostrano che la nube vulcanica non è più presente in atmosfera. Al Cratere di Sud Est permangono sporadiche emissioni di cenere che sono disperse rapidamente dai venti in quota – rileva ancora l’Ingv – Dall’analisi delle immagini si osserva inoltre che i flussi lavici, confinati in area sommitale, sono in raffreddamento. Da un punto di vista del tremore vulcanico, rispetto al comunicato precedente, non si notano variazioni rilevanti”. Gianfilippo De Astis, ricercatore e vulcanologo dell’Ingv, ha spiegato ai microfoni dell’Agi che è si è trattato di un fenomeno “molto spettacolare” ma “di intensità moderata”: insomma, tanto fumo (in questo caso fuoco), e poco arrosto. L’eruzione è stata decisamente intensa, avendo raggiunto un’altezza di circa 2.900 metri sul livello del mare.