ETTORE MESSINA: “NON SONO FINITO”
Ettore Messina ha concesso una lunga intervista a La Repubblica, nella quale l’allenatore dell’Olimpia Milano ha affrontato subito le difficoltà della sua squadra negli ultimi mesi, che a molti hanno già fatto dimenticare che il 2022 è l’anno della doppietta con lo scudetto numero 29 e la Coppa Italia per Milano: “Bollito, come dicono a Bologna. Scudetto e Coppa Italia, la nostra bella accoppiata datata ‘22, pare roba dell’altro secolo. Ma poi anche ora, senza Pangos, Shields e Datome, siamo secondi in Italia e indietro in Europa, vero, però vivi. Torneremo a giocare insieme, e lì faremo il nostro. Ho guardato indietro, a più di trent’anni di panchine, e cioè, levando nazionale ed Nba, alle 23 stagioni nei club, ai 34 trofei vinti dalle mie squadre. Più di uno di media a stagione, gli ultimi due, appunto, pochi mesi fa. Ma so come funziona. Tocca a chi fa un lavoro pubblico, sportivi, politici, artisti, ci s’impara a convivere. E magari a spedire a chi istiga all’odio un paio di sane querele. Già in cammino”, ha sintetizzato un sempre combattivo Ettore Messina.
Il 2 gennaio sarà invece il giorno del ‘derby d’Italia’ contro la Virtus Bologna, che naturalmente Ettore Messina conosce benissimo. Sulla rivalità il coach si è espresso così: “Sul piano sportivo mi piace, le belle rivalità fanno bene a tutti e due squadre italiane in Eurolega ne sono un esito di cui esser contenti. Sul piano personale mi suscita anche amarezza, perché a Bologna sono state lasciate correre dicerie su un potere che non ho, come quello di fermare i campionati per il Covid, e si è generato un clima di odio che non pensavo mai di meritare, dopo vent’anni meravigliosi, di vita professionale e non, in quel club e in quella città”. Sulla stagione dell’Olimpia e su eventuali acquisti sbagliati, questa è la risposta: “Per me e per tutti era un ottimo mercato, che non presentava scommesse. Ma il nodo infortuni è comune a molte squadre. Un’assenza importante ti priva del pezzo forte e in più, mutando gli assetti, fa calare il rendimento di tutti. Ragazzi che in un quintetto reggono la parte in altri più arrangiati faticano. Il basket è equilibrio”.
ETTORE MESSINA: “IL CALENDARIO DEL BASKET VA CAMBIATO”
L’esempio storico cui ispirarsi è lo scudetto 1982 di Milano, stagione nella quale l’Olimpia fu addirittura undicesima prima di risalire al terzo posto e vincere il tricolore ai playoff, con Dan Peterson in panchina. Senza però censurare gli errori, infatti Ettore Messina fa autocritica: “Ebbene sì, confesso che ho sbagliato di brutto. La sera che beccammo quei trenta punti dall’Efes, unico vero schianto di un anno di partite perse, ma sempre lottando, lo scoramento dilagava e in sala stampa dissi, scoratissimo anch’io, che da quel disastro avrei potuto trarre conclusioni doverose. Sbagliai e non lo ridirei, ma si è inesperti anche a sessant’anni. Se posso fare una battuta, mi spiace aver incoraggiato l’invio di qualche curriculum”.
Sul futuro, Ettore Messina nonni sbilancia su quanto durerà ancora la sua carriera, ma fa una profonda riflessione sui calendari di uno sport nel quale non ci si ferma mai e si gioca una quantità di partite impressionante: “Serve cambiare formule, ridurre le partite, e il primo passo è un tavolo fra i club, quelli i cui budget da decine di milioni pagano il gioco di tutti e sulla salute dei giocatori devono avere la prima parola. Il paradosso è che oggi ogni squadra non lavora subito insieme e riceve uomini già stanchi prima del via. Fatta un’intesa fra i club si può parlare di date con Fiba e Eurolega. Io tornerei ai grandi tornei per le nazionali a luglio, riposo ad agosto, preparazione a settembre. Tempi umani. Quest’anno mi sono arrivati dagli Europei sette giocatori sfiniti. Datome è fuori da tre mesi, Melli gioca stanco e stanco giocherà fino a fine stagione. Quando recupera?”.