Grave lutto nel mondo del giornalismo, è morto Ettore Me, uno dei più noti inviati di guerra del nostro Paese, nonché fra le firme più importanti dell’informazione nostrana. Ad annunciare il suo decesso è stata la collega Milena Gabanelli, che attraverso la sua pagina X lo ha definito “un compagno di viaggio, un amico e maestro. Da lui l’insegnamento più grande: imparare a raccontare senza aggettivi. Ci ho provato. Stasera sul tuo lago Maggiore fa un po’ più buio”. Nato a Borgomaneto, in Piemonte, Ettore Mo aveva 91 anni: non sono state rese note le cause di morte ma vista l’età probabilmente è deceduto di vecchiaia.



“Un giornalista deve essere prima di tutto un cronista, assolutamente un cronista”, raccontava, mentre in merito ai conflitti, come ricorda RaiNews, un giorno disse: “Non c’è niente di più di una guerra per raccontare il dolore e la crudeltà del genere umano. Nella guerra succede davvero di tutto, tutta la natura umana si rivela. Buona o cattiva che sia”, parole mai così attuali alla luce della recente guerra scoppiata in Israele, nonché di quanto sta avvenendo da quasi due anni in Ucraina.



ETTORE MO, MORTO A 91 ANNI L’INVIATO DI GUERRA E GIORNALISTA: GLI ESORDI AL CORRIERE DELLA SERA

I suoi esordi nel mondo del giornalismo sono avvenuti presso il Corriere della Sera all’inizio degli anni ’60, dopo aver fatto numerosi lavori, come ad esempio “sguattero e cameriere a Parigi e Stoccolma, barista nelle Isole della Manica, bibliotecario ad Amburgo, insegnante di francese (senza titoli, naturalmente) a Madrid, infermiere in un ospedale per incurabili a Londra e infine steward in prima classe su una nave della marina mercantile britannica”, raccontava lo stesso. Nel 1979, con lo scoppio della guerra in Afghanistan, scoprì per la prima volta la sua vocazione.



“Per lui – fanno sapere dal quotidiano di via Solferino – il dovere di andare e raccontare superava qualsiasi barriera o pregiudizio”. Lo stesso Ettore Mo un giorno racconto: “Per me la guerra dell’Afghanistan cominciò quella mattina di giugno del ’79 nella valle di Kunar quando dall’alto di una montagna vidi una piccola zattera che attraversava il fiume. Galleggiava su vesciche d’animale gonfie d’aria e gli uomini armeggiavano a fatica nella corrente vorticosa”. Moltissimi i premi ottenuti in carriera fra cui quello di cronista dell’anno nel 2008.