Il problema della Messa è l’eucaristia, occasione di trasmissione del contagio da Coronavirus: il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, spiega così dal punto di vista tecnico quale sia una delle principali preoccupazioni circa il possibile ritorno della Santa Messa, che per ora non è stato concesso dal governo nella Fase 2.
Si arriva così a toccare il tasto davvero più importante: è l’Eucaristia naturalmente il cuore della Messa, nonché motivo fondamentale per cui guardarla in televisione o in streaming non può essere considerato da un fedele la stessa cosa che davvero partecipare a quella che infatti viene chiamata anche celebrazione eucaristica. Ieri sera, intervenendo nel corso della trasmissione di Rete Quattro Fuori dal coro, il viceministro Sileri ha detto: “La messa purtroppo ha all’interno delle occasioni di contagio come l’Eucarestia“.
Ecco dunque il nocciolo della questione: si possono rispettare le distanze, indossare le mascherine, magari celebrare all’aperto, ma di certo in una Messa non si può rinunciare all’Eucaristia. Ma se è essa stessa occasione di contagio, come fare? Naturalmente al momento della Comunione il sacerdote entra in contatto con tutti i fedeli che si accostano al sacramento dell’Eucaristia, con il passaggio dell’ostia consacrata.
L’EUCARISTIA TRASMETTE IL CORONAVIRUS?
Resta poi da capire se davvero questo brevissimo momento di contatto possa essere occasione per la trasmissione del contagio del Coronavirus tramite l’Eucaristia. I punti potenzialmente critici potrebbero essere appunto il contatto tra celebrante e fedeli e la modalità con cui si porta l’ostia alla bocca, mentre di per sé la sua ingestione di certo non trasmette il Coronavirus, come per tutti gli altri cibi.
Resta il fatto che l’Eucaristia è il cuore di ogni Messa, per cui non si può di certo eliminarla come il segno della pace (a quel punto tanto varrebbe continuare ad accontentarsi della Messa in televisione) e dunque il problema è delicato. L’eucaristia è il motivo per cui i cristiani hanno bisogno di tornare a vivere la celebrazione di cui la tv può offrire solo un “surrogato”, ma è d’altronde anche un momento potenzialmente a rischio.
Come si potrà risolvere questo impasse? Dalla risposta a questo dubbio passerà la possibilità di tornare in tempi brevi a vivere la Messa. Interessanti le parole di Sileri anche circa i funerali, per i quali il viceministro ha spiegato: “I funerali invece sono un po’ diversi: al di là del defunto che è all’interno del feretro e quindi non c’è possibilità di contagio, c’è intorno la famiglia e gli operatori, che sono a rischio in quanto girano per gli ospedali. I funerali sono fondamentali e devono essere fatti ma con delle regole”. Funerali fondamentali e quindi si può correre il rischio, Messe “normali” no: la spiegazione di Sileri convincerà i fedeli?