Eugenio Bennato ospite di Paola Saluzzi a L’ora solare. Il grande musicista è anche un fisico: come mai questo binomio così insolito? L’artista e accademico spiega: “La fisica è un’attitudine ad avere a che fare con argomenti molto densi, che lasciano il segno. Faccio un esempio: la simmetria, e quella la trovi anche in musica. Io mi sono accorto che le due discipline erano parallele e distanti in qualche modo. Però nel mio modo di scrivere musica sicuramente c’è in entrambi il calcolo differenziale. Non voglio esagerare, ma è una mia vocazione intima: mi accorgo che ho una certa vocazione per la circolarità delle melodie. La fisica mi ha insegnanto che se c’è un problema ci dev’essere la soluzione perché altrimenti significa che il problema è mal posto. Nella musica invece la soluzione non è necessaria, può succedere anche che di fronte ad un desiderio musicale non si arrivi alla soluzione. Quella poi arriva in maniera improvvisa, come una scintilla che scocca all’improvviso“.



Eugenio Bennato: “Così è nato il nostro amore per la musica”

La discussione si sposta su argomenti più familiari: Edoardo, Eugenio e Giorgio Bennato. Com’è nato il loro amore per la musica? “Quell’estate mia madre disse: ‘Ragazzi, che volete passare tutta l’estate sulla spiaggia? Quest’anno dobbiamo studiare qualcosa’. E pensò alla lingua inglese. Poi invece di trovare un professore d’inglese che non era disponibile si trovò un professore di musica. Per cui quell’estate la passammo di mattina al mare e il pomeriggio in una stanza a studiare solfeggio. (…) Chi era il più bravo? Il maestro diceva che eravamo pari, diceva: ‘Sono tutti e tre allo stesso livello'”. Eugenio Bennato iniziò con la fisarmonica: “Sono stato di recente ad un festival, mi hanno messo di nuovo la fisarmonica in braccio. E mi sono ricordato di questa fatica che soprattutto un ragazzino di 9 anni deve sostenere a tenere quello strumento, che però è fortemente colorato, gioioso, allegro, felice“.



Eugenio Bennato canta in studio “Che il Mediterraneo sia”, uno dei suoi brani più belli e popolari. Poi ne spiega l’origine: “Forse è la prima canzone che in Italia ha pronunciato la parola Mediterraneo. Io mi vanto di avere spesso queste follie o intuizioni: vidi un cartello passando sul lungomare, si parlava di un tour nel Mediterraneo, e mi venne in mente quest’espressione, ‘che il Mediterraneo sia’”. Impossibile allora non fare riferimento alla taranta, che Bennato definisce “non solo il nostro abito su misura, ma anche ciò che ci rende internazionali“.

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