Eugenio Finardi è stato ospite stamane del programma di Uno Mattina in Famiglia, e per l’occasione ha affrontato vari argomenti, a cominciare dal suo ultimo spettacolo Euphonia, basato sul suo nuovo progetto musicale: “Il mio ultimo album è un flusso di musica, in un momento in cui le canzoni durano due minuti, due minuti e mezzo, ho voluto fare un flusso riflessivo di un’ora e dieci in cui i singoli brani diventano dei capitoli come una via crucis, ovviamente non è una via crucis ma è un piacere, un viaggio che ha lo scopo di intrattenere ed elevare lo spirito, di curarlo, è un progetto nato durante il lockdown con due grandissimi musicisti pugliesi, siamo uguali, siamo tutti alla pari, e improvvisiamo, giochiamo con i suoni, infiliamo citazioni, ogni volta è sempre sul filo del rasoio”.



Tiberio Timperi ha quindi chiesto ad Eugenio Finardi cosa significhi per lui scrivere una canzone, e il musicista ha replicato: “Prima di tutto io ho sempre voluto fare musica perchè avesse uno scopo, una dichiarazione d’amore o il rilevare un’ingiustizia sociale o parlare delle mie esperienze di lavoro come ad esempio ‘Diesel’, il musicista continua a sentire più il suono del suo motore che dello strumento, tutti questi argomenti entrano nella musica che li metabolizza e li rende universali è l’arte più vicina all’assoluto, ci collega con le stesse leggi che regolano la natura. Ciò permette infinite variazioni ed elimina differenze fra culture, io potrei incontrare un musicista della Mongolia e della Terra del Fuoco, non ci capiremmo con la lingua ma con gli strumenti si va”.



EUGENIO FINARDI: “LA MUSICA NEL NOSTRO CERVELLO…”

Eugenio Finardi ha poi spiegato: “Abbiamo un’enorme quantità del cervello deputata al ricordo della musica anche se non lo vogliamo, ognuno di noi ha dentro i Pooh, i Ricchi e Poveri… non ce li togliamo da dentro, sono quei pezzi che ti rimangono proprio dentro che vorrei averne scritti di più. E’ come un odore che ti riporta direttamente, bypassa la corteccia cerebrale, arriva direttamente al centro dle cervello tirando fuori ricordi ancestrali”.

Quindi Eugenio Finardi ha proseguito: “Noi sentiamo la voce da dentro della madre come un canto, lei era una cantane lirica poi… io ho avuto l’esperienza di mia suocera – ha detto riferendosi alla suocera malata di Alzheimer – che sta cominciando ad avere dei problemi, non è in uno stato avanzato ma… una cosa che rilassa molto è la musica perchè è estratta ma anche lasciare che il pensiero non sia sempre logico. Lei ride, poi 5 minuti dopo l’ha dimenticato, ma sta vivendo dei segnali primari. Noi giudichiamo e crediamo di essere razionali ma secondo me le persone che sono malate di Alzheimer o che hanno problemi mentali, ho una figlia down, si creano realtà assurde, se mia suocera mi scambia per suo marito io faccio finto di esserlo”.