La storia di Eugenio Ruberto, un ragazzo di appena quattordici anni morto per tumore, è di quelle in grado di travolgere di emozioni il lettore. Sulle colonne del quotidiano “Vatican News” viene descritta passo a passo, a cominciare dal dolore provato dai suoi genitori Giuseppina e Remigio e dalla piccola Francesca, che hanno pubblicato un libro per raccontare il loro Eugenio: “14 anni sulla terra, l’eternità in paradiso”.



Radio Vaticana aveva raccontato i suoi sogni, pubblicati su un blog nel quale papà Remigio raccontava che, nei giorni della scoperta della malattia del figlio, affetto da tumori cerebrali, in tanti lo hanno chiamato e gli hanno scritto. Da quel momento, ha deciso di aggiornare tutti mediante questo spazio web, che anche il giovane Eugenio frequentava. Lo scorso 29 agosto 2021 il ragazzo avrebbe compiuto 15 anni e nella sua Dragoni, in provincia di Caserta, sono stati giorni di festa, nei quali si sono succedute manifestazioni in sua memoria e la presentazione del libro e della sua associazione.



EUGENIO RUBERTO, IL PADRE: “OGGI DICIAMO GRAZIE A DIO PERCHÉ…”

Intervistato da “Vatican News”, il padre di Eugenio Ruberto, il signor Remigio, ha affermato: “Fin da subito abbiamo messo online, minuto per minuto, quello che facevamo con Eugenio proprio tracce di vita quotidiana. Poi quando il Signore lo ha chiamato, ovviamente il trauma era così forte da non lasciar modo di pensare ad altro. Con il tempo, pian pianino, abbiamo iniziato a digerire il lutto e abbiamo pensato a questo libro, ma prima ancora all’associazione, per creare una storia tangibile che potesse poi dare i suoi frutti”.



Lo scopo fondamentalmente è di “tenere vivo” Eugenio: “Vivo in quello che andremo a costruire. Eugenio era un amante del basket e quindi il nostro desiderio più grande è quello di costruire spazi di aggregazione sociale dove lo sport in generale, e in particolare il basket, sia presente. Noi siamo cattolici, credenti e impegnati: appena dopo la nascita di Eugenio abbiamo detto che Dio ha le sue matite e fa dei gran bei disegni che talvolta noi non riusciamo a percepire, non riusciamo neanche a leggere. Noi proprio nella chiamata di Eugenio, abbiamo letto uno dei grandi disegni di Dio. Ovviamente all’inizio è un trauma e non da poco, però poi abbiamo iniziato a dire grazie a Dio che ci ha donato Eugenio per 14 anni”.