Continua a far discutere la nuova normativa Euro 7 voluta dall’Unione Europea contro le emissioni. Le case automobilistiche stanno da tempo portando avanti una battaglia contro l’introduzione delle nuove regole ritenute troppo restrittive, e a loro fianco si sono schierati i governi di Italia, Bulgaria, Repubblica ceca, Francia, Polonia, Romania, Slovacchia e Ungheria. Come si legge sul Corriere della Sera, la normativa Euro 7 dovrebbe entrare in vigore l’1 aprile del 2025, ma il gruppo di Paesi di cui sopra si è schierato compatto per cercare di modificare la stessa normativa o eventualmente ritardare la sua introduzione sostenendo che «non appare realistica e rischia di avere degli effetti negativi sugli investimenti nel settore già impegnato nella transizione verso l’elettrico».
Nel dettaglio la normativa Euro 7 limita le emissioni di ossidi di azoto per auto e furgoni a 60 mg/km, sia per i benzina che per i diesel. Numeri ritenuti troppo limitanti da parte di aziende e governi, e a sottolineare la stortura ci ha pensato anche l’Acea, l’associazione dei costruttori europei a cui capo vi è il numero uno di Renault, Luca de Meo. Stando allo studio di Frontier Economics, «Regulatory costs of Euro 7 – Findings from an industry survey», commissionato dall’associazione di cui sopra, introducendo le norme Euro 7 il costo dei veicoli aumenterebbe di 2.000 euro per auto e furgoni, e di quasi 12mila per camion e autobus diesel.
EURO 7, STUDIO ACEA METTE IN GUARDIA: LE CIFRE IN BALLO
«Queste cifre sono da 4 a 10 volte superiori alle stime della Commissione nella sua valutazione d’impatto dell’Euro 7 (180-450 euro per auto e furgoni e 2.800 euro per camion e autobus)», si legge sul dossier riportate dal quotidiano di via Solferino. Ovviamente si tratta di cifre riferite ai maggiori costi di produzione, che poi si rifletteranno negativamente sul prezzo a listino delle auto, a discapito così dei consumatori.
Secondo Acea l’Euro 7 provocherà anche un aumento del consumo di carburante, circa 650 euro in più per auto e furgoni, e 20mila per i camion: «Questi costi indiretti – conclude ACEA – ignorati nella valutazione d’impatto della Commissione, si sommano ai costi diretti. Essi andrebbero ad aggiungersi al costo totale del possesso di un veicolo, ponendo ulteriori pressioni finanziarie sui consumatori e sulle imprese in un periodo di alta inflazione e di aumento dei prezzi dell’energia».