La Commissione europea ha ufficializzato nelle scorse ore i nuovi standard riguardanti l’Euro 7, i limiti alle emissioni che entreranno in vigore a partire dal primo luglio del 2025, e che riguarderanno auto e furgoni, con successiva introduzione dal luglio 2027 per i mezzi pesanti. Si tratta di limitazioni, quelle Euro 7, che riguardano i mezzi indipendentemente dal fatto che gli stessi siano alimentati a benzina, diesel, energia elettrica o carburanti alternativi, così come sottolineato da Il Messaggero nella sua edizione online. L’obiettivo delle nuove regola è quello di migliorare il controllo delle emissioni degli inquinanti atmosferici di tutti i nuovi veicoli in produzione nei prossimi anni, e la stessa terrà sotto controllo anche il particolato che proviene dai freni, quindi un aspetto fondamentale per le auto elettriche.



Non vengono invece precisati i limiti delle emissioni di anidride carbonica in quanto con il pacchetto Fit for 55, l’Europa ha deciso già di portare al 100 per cento la riduzione della CO2 per auto e furgoni entro il 2035, di conseguenza si tratterebbe di un doppione. Secondo le stime della Commissione Ue, riporta ancora il Messaggero, la possibilità di ridurre le emissioni con i nuovi standard dovrebbe avere un impatto fra i 90 e i 150 euro sui costi delle auto, che salgono a 2.600 euro per camion e autobus.



EURO 7, I NUOVI STANDARD, BRETON: “UNA SCELTA EQUILIBRITA”

Thierry Breton, commissario dell’Unione Europea al mercato unico, ha definito i nuovi standard Euro7 una “equilibrata e necessaria per proteggere il clima”, anche se le prime risposte del settore auto sarebbero negative. Durante una recente intervista, lo stesso Breton aveva aggiunto: “Ridurremo i limiti di emissione in linea con gli ultimi sviluppi tecnologici. Inquadreremo meglio le condizioni reali delle emissioni di guida e faremo pieno uso delle tecnologie digitali. E, ultimo ma non meno importante, presteremo particolare attenzione alla durabilità delle nostre esigenze. Perché vogliamo assicurarci che anche dopo 10 o 15 anni, i nostri standard di inquinamento rimangano ambiziosi come il primo giorno. Tutto questo per garantire che la nostra transizione verde e digitale non sia una transizione di pochi, ma di molti; non solo di grandi gruppi, ma di intere filiere. L’Unione europea ha tutta l’ambizione e tutta l’innovatività necessarie per costruire la sua resilienza a lungo termine”.

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