Almeno due anni all’euro digitale: a dirlo, ai legislatori, è stata la presidente della Banca centrale europea, mentre cercava di affrontare i timori sulla privacy derivanti dalla valuta digitale della banca centrale (CBDC). Importanti decisioni, spiega Coindesk, dovrebbero arrivare già nelle prossime settimane ed eventualmente lanciare in via ufficiale i preparativi della CBDC. Molto membri del Parlamento europeo, che dovrebbero approvare i piani, sembrano però scettici. “Solo più tardi in ottobre il Consiglio direttivo della BCE deciderà se possiamo andare avanti con una maggiore sperimentazione del progetto”, ha spiegato la presidente della Bce Christine Lagarde ai legislatori della commissione per gli affari economici e monetari del Parlamento europeo.
“Il progetto pilota probabilmente richiederà altri due anni, almeno, prima che si dica l’ultima parola” ha aggiunto. Se “potessimo affrontare tutte le teorie cospirative che abbondano al riguardo – come se il Grande Fratello decidesse all’improvviso cosa comprare, quando comprarlo e quanto dovrebbe essere limitato – allora penso che il progetto sarebbe un successo”, ha sottolineato Lagarde, spiegando che l’euro digitale dovrà offrire privacy ed essere facile da usare, gratuito e universale.
Dubbi sull’Euro digitale
Il membro del consiglio della BCE Fabio Panetta ha promesso che non verrà adottata alcuna decisione fino a quando i legislatori e i governi membri del blocco non raggiungeranno un accordo sulla legislazione per definire le misure sulla privacy per la CBDC. “Come si possono controllare tutte le principali preoccupazioni sulla privacy se si richiedono limiti di transazione, di detenzione e di identificazione, con la conseguenza della totale tracciabilità?” si è chiesto. Intanto lunedì, il deputato centrista tedesco Nicola Beer ha chiesto a Lagarde, in riferimento ai piani della BCE intesi a frenare il riciclaggio di denaro e impedire alle grandi partecipazioni in CBDC, di ribaltare il sistema bancario commerciale. Ciò però potrebbe frenare il progetto stesso.
L’euro digitale costituirebbe una sorta di forma elettronica del contante, che andrebbe bene ad inserirsi in un mondo sempre più digitalizzato, creando però problemi a chi non ha dimestichezza con determinati mezzi. Sarebbe inoltre una forma di pagamento disponibile a chiunque sia residente nell’area euro e potrebbe essere utilizzato gratuitamente dai consumatori. Grande importanza, però, continuerebbero ad averla gli intermediari, che come spiega la BCE sul proprio sito “svolgerebbero un ruolo fondamentale nella distribuzione di un euro digitale. Fungerebbero da principale punto di contatto per i singoli individui, gli esercenti e le imprese per tutte le questioni relative all’euro digitale e fornirebbe tutti i servizi agli utenti finali. Un euro digitale consentirebbe agli intermediari di essere immediatamente raggiungibili in tutta l’area dell’euro, a differenza della maggior parte delle soluzioni innovative private, che tendono a concentrarsi su determinati mercati interni“.