Il Coronavirus sta cambiando le nostre abitudini di spesa. Consapevolmente o no, attraverso gli acquisti esprimiamo gli atteggiamenti grazie ai quali affrontiamo la crisi pandemica: in primis, resilienza e capacità di adattamento. Atteggiamenti che – stando a un recentissimo rapporto stilato da Euromonitor – prendono forma in 10 diverse e specifiche tendenze, destinate a ritmare l’intero 2021. E destinate a imporre alle imprese nuove modalità di azione. Eccole nel dettaglio.



1) Ricostruire meglio di prima. Il primo driver che guida oggi i consumatori è la richiesta di una seconda opportunità per creare un futuro migliore. La protezione della salute e l’interesse della società e del pianeta diventano così la nuova aspettativa condivisa. E in questa prospettiva le aziende sono chiamate a passare da un’offerta basata sul volume a un’offerta basata sul valore.



2) Voglia di comodità. Cresce la nostalgia per quel benessere dato per scontato prima che le abitudini quotidiane venissero sconvolte dal Covid-19. Per rispondere a questa esigenza, le imprese devono preservare un percorso di acquisto rapido e senza interruzioni, in tutti i canali in cui sono presenti, nella consapevolezza che si passa da un contesto in cui tutto era sempre disponibile a un mondo dove la spesa viene pianificata.

3) Oasi all’aperto. Riunioni al chiuso, limitazioni alla mobilità e aumento di lavoro a distanza inducono nel tempo libero i consumatori a dirigersi verso luoghi all’aperto. Cresce anche il desiderio di trasferirsi da città densamente popolate a zone rurali. Le aziende dovranno quindi riorientare le strategie di comunicazione, evocando con i loro prodotti i valori legati alla vita agreste.



4) Realtà fisica e dimensione digitale. Si delinea un contesto ‘phygital”, un ibrido cioè tra mondi fisici e virtuali, le cui dimensioni si sovrappongono nella quotidianità. Per le aziende la sfida diventa quindi integrare processi virtuali negli spazi reali, con l’obiettivo di offrire ai consumatori che preferiscono restare a casa una valida alternativa alla visita in negozio.

5) Più flessibilità negli orari. I consumatori possono – e, al contempo, devono – gestire il proprio tempo con maggiore creatività. E quindi chiedono alle aziende di offrire maggiore flessibilità, soprattutto in relazione a prodotti e servizi accessibili da punti di contatto territorialmente vicini a casa.

6) Confrontarsi con la ribellione. Pregiudizi e disinformazione stanno provocando una crisi di fiducia che non manca di coinvolgere anche chi occupa posizioni di leadership. Cresce il senso di irrequietezza e ribellione. E aumenta così l’attenzione verso l’individualità: al centro dell’attenzione si pongono i propri specifici bisogni e desideri. In questo contesto, i brand possono ricorrere ad azioni di marketing più precise che agiscano sui social media e attraverso iniziative di gaming da un lato rendano più protagonisti i consumatori, dall’altro li stimolino a utilizzare i social network per farsi loro stessi promotori di una corretta informazione sui prodotti che utilizzano.

7) Ossessione per la salute. Paura delle infezioni e maggiore consapevolezza in tema di salute guidano la domanda di prodotti per l’igiene e spingono i consumatori verso soluzioni che non prevedono contatti diretti tra persone. Le aziende dovrebbero perciò implementare misure di sicurezza rafforzate e innovazioni che tengano in considerazione le preoccupazioni dei clienti.

8) Combattere le avversità. La pandemia globale ha riconfigurato la vita quotidiana, mettendo alla prova la resilienza mentale, limitando le esperienze e provocando shock economici. I consumatori sono quindi alla ricerca di una vita più appagata ed equilibrata. Una ricerca che, nella prospettiva dei brand, porta alla fornitura di prodotti e servizi che sostengano la resilienza, favoriscano il benessere mentale e aiutino a sopravvivere a circostanze avverse.

9) Sobrietà ben calcolata. I consumatori sono cauti e frugali. La spesa discrezionale è in calo a causa di un contesto economico incerto. In caso d’acquisto, quindi, le loro preferenze vanno a prodotti e servizi ad alto valore aggiunto e in linea con le nuove esigenze di salute. Le aziende dovrebbero pertanto orientarsi verso proposte che coniughino qualità e prezzo. Le caratteristiche “premium” dovrebbero poi essere rinforzate grazie a messaggi empatici che presentino un forte legame con i concetti di salute e benessere, cura di sé e benessere mentale.

10) Lavorare in nuovi spazi. Lavorare in luoghi diversi da quelli consolidati in passato incide sulla quotidianità dei consumatori, con effetti diretti sulle scelte di abbigliamento, sugli acquisti tecnologici, sulle spese alimentari. Alle aziende spetta pertanto il compito di modulare l’offerta in base a queste mutate esigenze di consumo.