E se l’Europa alla fine considerasse “finito” il rapporto commerciale con AstraZeneca? Dopo il caos di questi primi 4 mesi di vaccini anti-Covid con il siero anglo-svedese – tra contratti non rispettati, negoziazioni dell’Ue tutt’altro che impeccabili, errori, dietrofront continui di Ema e Paesi sul legame tra trombosi rara e vaccinazioni – la Commissione Europea si sta preparando ad un cambio di prospettiva per i prossimi mesi: secondo quanto trapela al Giornale da fonti dirette di Bruxelles, l’Europa si appresta all’acquisto di 1,8 miliardi di vaccini mRna (Pfizer, Moderna e Curevac), divise per 900 milioni per il 2022 e 900 per il 2023 (immaginando che specie nei primi anni post-pandemia occorrerà ripetere la vaccinazione ogni anno, ndr).



L’Ema ritiene più efficaci contro le varianti del Sars-CoV-2 i vaccini sviluppati con la tecnica mRna rispetto ad AstraZeneca (tecnica “classica”), in particolar modo Pfizer-BionTech sembra la favorita ad accaparrarsi il maxi-lotto di vaccini per i prossimi due anni giocando sulla maggiore capacità produttiva (garantita dallo stabilimento di Marburg in Germania). A rischio AstraZeneca ma anche il vaccino di Johnson & Johnson che negli Usa sta vivendo polemiche e casi “simili” al braccio di ferro Ema-AZ: gli esperti dell’Ema, spiega il Giornale, starebbero iniziando a sospettare che la causa dell’attacco alle piastrine del sangue (potenziale causa di alcune reazioni avverse post-somministrazione) «possa essere proprio nel vettore – l’adenovirus che trasporta la proteina spike – che a sua volta genererebbe la risposta immunitaria».



LA DURA LETTERA DELLA COMMISSIONE UE CONTRO AZ

Del difficilissimo rapporto che si interpone ormai da mesi tra il vaccino inglese di AstraZeneca e l’Unione Europea si ha poi conferma oggi con la pubblicazione del Corriere della Sera di una lettera (datata 19 marzo 2021) in cui la Commissione Ue pone ultimatum all’azienda produttrice di vaccini e farmaci in merito ai ritardi dei primi mesi di campagna europea. «AstraZeneca ha violato e continua a violare le sue obbligazioni contrattuali sulla produzione e la fornitura delle 300 milioni di dosi iniziali di vaccino anti-covid per l’Europa», recita la dura missiva con firma Sandra Gallina, la “capa” della Direzione Generale Salute Ue che ha negoziato i contratti sui vaccini, con imposizione di «porre rimedio entro 20 giorni».



Ancora in un passaggio citato oggi integralmente da Corriere della Sera e “Les Echos”, si legge «A seguito di un’analisi dettagliata di tutte le informazioni siamo giunti alla conclusione che AstraZeneca ha violato e continua a violare le sue obbligazioni contrattuali sulla produzione e la fornitura delle 300 milioni di dosi iniziali per l’Europa». L’ultimatum in realtà è stato già ampiamente passato essendo la missiva dello sorso 19 marzo, il che confermerebbe le diverse polemiche/critiche sollevate contro gli organi europei per un negoziato non vincolante contro le Big Pharma a fronte del mancato rispetto sulle dosi consegnate. «Vi chiediamo formalmente e vi diamo preavviso di porre rimedio alle sostanziali violazioni contrattuali entro venti giorni da questa lettera», conclude la lettera siglata da Gallina, «sottolineiamo che la sostanziale violazione dell’accordo di acquisto da parte della vostra azienda può portare a conseguenze drammatiche per la vita, la salute e la libertà di milioni di cittadini europei nella crisi Covid-19».