L’Europa, e buona parte delle società occidentali, da tempo sta inseguendo l’idea dell’energia green che, secondo molti esperti, potrebbe assolvere ad una duplice utilità. Da un lato quella di ridurre in modo importante l’inquinamento globale, puntando a metodi produttivi che non presuppongano combustione o estrazione di materie, e dall’altro quella di produrre maggiori quantità di energia in modo più rapido ed economico.
Piano piano, dunque, l’Europa sta cerando nuovi mercati e nuovi modi di produrre energia pulita, il cui primato mondiale è detenuto dalla Cina. Da tempo, però, si sta combattendo anche una sorta di battaglia commerciale contro il governo cinese, accusato a più riprese di avere mire poco chiare rispetto al mondo occidentale, con tentativi più o meno marcati di limitarne l’influenza, anche per evitare una situazione di completa dipendenza, simile a quella del gas con la Russia prima della guerra in Ucraina. Oltre a coloro che vogliono limitare i contatti e gli scambi con la Cina, USA sopra a tutti gli altri, però, in Europa sempre più voci vedono nei cinesi un possibile, importante, alleato da non lasciare indietro.
La posizione dell’Olanda su Cina ed Europa
Ed insomma, mentre gli USA procedono verso una quasi completa rottura con la Cina, anche e soprattutto per le energie green, l’Europa per ora ha mantenuto una linea più morbida, che tuttavia sempre prossima ad inasprirsi gravemente. Recentemente, infatti, è stato proposto un piano per controllare meticolosamente tutti gli investimenti in uscita verso la Cina, al fine di limitare quelli ritenuti più potenzialmente dannosi.
Una questione che non è piaciuta a Liesje Schreinemacher, ministra olandese del commercio estero, che ha ribadito come il rapporto tra Europa e Cina potrebbe essere cruciale, oltre che vantaggioso. Ha, infatti, sottolineato che i cinesi “stanno facendo molto” nella ricerca e nello sviluppo delle energie green, e che sarebbe “davvero un pezzato se ci disaccoppiassimo completamente” da loro. “Abbiamo bisogno l’uno dell’altro“, ha spiegato, “quando si tratta di rendere le nostre economie sostenibili e verdi”, ritenendo che “diminuire le dipendenze strategiche non significa interrompere completamente gli scambi commerciali”. Ha poi esortato l’Europa a riconsiderare la sua posizione sulla Cina, sottolineando che non è necessario dare retta agli Stati Uniti che hanno esortato l’UE a seguire il loro esempio.