È stato un lungo discorso durato quasi due ore, nel corso del quale il presidente francese Emmanuel Macron si è voluto rivolgere a quella stessa Sorbona dove poco meno di sette anni fa aveva tenuto il suo primo discorso presidenziale: quasi due ore dedicate interamente all’Europa e al suo futuro, davanti ad un presente sempre più minaccioso, oscuro e problematico. “Oggi dobbiamo essere lucidi sul fatto che la nostra Europa”, sono state le prima parole pronunciata da Macron (e riportate da diversi quotidiani italiani) davanti ad una platea di oltre 500 persone (inclusi gli ambasciatori di tutti e 26 gli stati membri dell’Ue), “è mortale e può morire“, ma aprendo anche alla flebile speranza che il destino oscuro dell’Unione si possa ancora invertire: “Dipende”, ha ammonito, “unicamente dalle nostre scelte”.



L’Europa, ha avvertito, “è circondata” dalle minacce ma è “ancora troppo lenta” per tenere il passo dei cambiamenti mondiali ed ora più che mai serve “un cambio di passo”, soprattutto sulla difesa comune. Secondo Macron, infatti, la Russia è un vicino sempre più “disinibito”, oltre che “aggressivo“, e se l’Europa non cambia “paradigma” rischia di soccombere e perire: per questo è importante rilanciare “un’iniziativa di difesa europea (..) credibile” che sappia rispondere “con audacia” alla minaccia russa.



Quella necessaria difesa comune, continua ancora Macron, non può più prescindere dalla “deterrenza nucleare“, attraverso la creazione di uno scudo missilistico, che (ha precisato) “è al centro della strategia di difesa della Francia” e, di conseguenza, è anche “essenziale per la difesa del continente”. In tal senso, il presidente francese si è anche detto pronto a mettere a disposizione dei confini europei il suo arsenale nucleare, creando “una vera intimità strategica tra gli eserciti europei”.

Emmanuel Macron: “L’economia e l’integrità territoriale dell’Europa vanno difese”

Seppur buona parte del suo intervento si sia concentrato proprio attorno alla difesa comune e alla minaccia russa, il presidente Macron ha parlato anche delle sfide economiche e di quelle sociali che attendo l’Europa. Sul primo fronte, ha puntato il dito contro Stati Uniti e Cina, accusando entrambe di “non rispettare le regole del commercio” a discapito (ovviamente) degli interessi europei che, ammonisce, “devono essere difesi. Se un bene non rispetta norme chiare”, ha proposto, “non potrà entrare in suolo Europeo. Giusto rispetto per le nostre frontiere e per i nostri produttori.



Importante anche lo spazio dedicato al tema dell’immigrazione, che “comincia alle frontiere europee, non al confine della Francia” e che troppo spesso in passato è stato ingiustamente ignorato. Oggi, più che nel passato, è importante permettere il “rientro dei migranti nei loro Paesi d’origine“, attraverso “una struttura politica per prendere decisioni comuni su migrazioni ma anche terrorismo e criminalità organizzata”.