La presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen ha annunciato che l’Europa avvierà una procedura di revisione delle vendite dell’industria Hi-tech nel commercio cinese. La dichiarazione è arrivata anche in vista della sua prossima visita a Pechino insieme al presidente Macron, durante la quale si rafforzeranno le aperture nei confronti della Cina, ma sempre con uno sguardo attento sulle relazioni che nel frattempo si instaurano tra il presidente Xi JinPing e Putin. La presidente ha dichiarato che “non è nelle intenzioni dell’Europa sganciarsi da Pechino” ma bisogna “stabilire una linea chiara per il commercio del settore tecnologia“.



La competizione cinese infatti è arrivata a livelli molto elevati, ed il rischio potrebbe essere che i chip implementati e l’intelligenza artificiale sempre più avanzata, possano essere urilizzate anche con l’obiettivo di rafforzare le tecniche militari. Quindi Ursula Von Der Leyen avrebbe chiaramente mostrato l’intenzione di differenziarsi nelle relazioni con la Cina, allontanadosi dalla linea dura degli Stati Uniti, ma controllando comunque gli investimenti che le industrie tecnologiche europee fanno nella repubblica cinese.



Commissione Europea “Controllare investimenti hi-tech per limitare Cina”

La Commissione Europea ha posto come punto chiave della politica di apertura verso la Cina, una regola che dovrà essere applicata agli investimenti delle industrie europee. Non fare in modo che la tecnologia hi-tech sviluppata dalle aziende possa in qualche modo contribuire al rafforzamento delle politiche militari cinesi. Ursula Von Der Leyen ha nello stesso tempo manifestato la volontà di voler rafforzare una cooperazione Europa-Cina, ma di voler contrastare un predominio dell’industria microelettronica, robotica e dell’intelligenza artificiale.



Questo, come ha sottolineato anche il Financial Times, per evitare che questa tecnologie vengano usate per doppi scopi che potrebbero anche nuocere alla libertà di informazione e ai diritti umani. Controllare le esportazioni e gli investimenti quindi sarà prioritario ed un primo chiaro segnale a dimostrazione di questa politica è stato già dato con l’annuncio dei Paesi Bassi che hanno imposto lo stop a tutte le vendite dei microchip al silicio, per evitare che Pechino possa aumentare la capacità di sviluppo di semiconduttori avanzati.