Laurence Boone, la Segretaria di Stato della Francia predisposta agli Affari Europei, ha recentemente parlato del futuro dell’Europa e dell’Unione Europea in un’intervista per il quotidiano francese Libération. Tra poco tempo, infatti, la Commissione dovrebbe annunciare ufficialmente l’ingresso di dieci nuovi stati membri all’interno dell’alleanza europea, portando il totale dagli attuali 27 a 37, nel più importante allargamento dal 2004 a questa parte.



“I paesi in coda” per l’ingresso in Europa, spiega, “sono dieci, esattamente come nel 2004. Ma il contesto è totalmente diverso: vent’anni fa, l’Unione aveva solo 15 Stati, vecchie democrazie culturalmente vicine, ed eravamo all’indomani della caduta del comunismo, dove si pensava che la democrazia avesse vinto e che la guerra fosse diventata impossibile”. Di contro, l’attualità sarebbe ben diversa, perché “le tensioni globali sono in costante aumento, i bilanci in rapida crescita” e questo comporterà, sicuramente, che i futuri allargamenti dell’Europa “avverranno in un contesto geopolitico e militare totalmente diverso” con nuove sfide, problemi, economie e, soprattutto, politiche su cui l’alleanza dovrà decidere, ancora più coesa di adesso.



La nuova Europa immaginata da Laurence Boone

Secondo la Segretaria di Stato francese, nella nuova Europa “non si [tratterà] più solo di aderire a un mercato interno, ma a un’Unione politica“, circostanza che dimostrerebbero, per esempio, “i passi da gigante che stiamo facendo nel campo della sicurezza e della difesa, ma anche nella difesa dello Stato di diritto”. Per la nuova realtà storica, “la costruzione di una Comunità è diventata esistenziale” ed occorre “andare ben oltre un semplice mercato interno”.

La nuova integrazione dei 10 stati, sostiene, “cambierà l’Europa”, in un comune percorso di “condivisione della sovranità” che quando verrà accettata da tutti e 37 gli stati aprirà alla “questione delle politiche comuni e del loro finanziamento”. In questo momento, inoltre, Boone ritiene che sia “importante ancorare rapidamente l’Ucraina all’Unione, così come i Paesi ai nostri confini. Perché se non l’avessimo fatto, la Russia o la Cina avrebbero preso il nostro posto“. La nuova Europa, spiega, mira a “garantire [un’alleanza] democraticamente solida, per non ripetere gli errori del passato, e istituzionalmente solida”.