L’Europa deve essere pronta alla guerra contro la Russia. È l’allarme che più volte si è sentito ripetere in diverse occasioni da parecchi esperti e osservatori internazionali, diventato in poco tempo da monito pronunciato sotto voce, a vero e proprio grido. Della possibilità che Putin, conclusa la sua ‘missione speciale’ in Ucraina, attacchi dei paesi Nato o UE se ne parla fin dal febbraio 2022, giorno dell’invasione di terra da parte delle truppe russe.



A temere in particolar modo una guerra in Europa contro la Russia sono le nazioni baltiche, ex colonie sovietiche (esattamente come l’Ucraina), peraltro ben più vicine di Kiev alla Nato, la cui influenza è stata più volte indicata come ragione dietro all’invasione ucraina di Putin. Non a caso la Svezia ha chiamato alla leva 100mila giovani e la Finlandia ha intensificato i suoi sforzi nella produzione bellica interna. Sul quando l’eventuale guerra tra Russia e Europa potrebbe scoppiare c’è molta confusione. Dai Paesi Bassi dicono una ventina di anni massimo, che in Germania sono stimati tra i 5 e gli 8, mentre la Nato in un piano che le forze armate dovrebbero seguire in caso di guerra si fa riferimento al 2025 (ma non alla Russia).



L’allarme Uk: “L’attacco della Russia all’Europa è un rischio reale”

Per comprendere meglio se il pericolo di una guerra tra Russia e Europa sia reale e tangibile, il Fatto Quotidiano ha chiesto il parere del think tank britannico Chatham House. James Nixey, direttore del programma Eurasia ed esperto della Russia, ritiene che l’allarme sia decisamente reale, ma che sotto vi sia anche la volontà diretta di preparare l’opinione pubblica, sia all’eventuale conflitto, che alle ingenti spese militari che si dovranno affrontare.

Proprio la difesa dell’Europa potrebbe, secondo Nixey, funzionare da deterrente all’attacco della Russia, fermo restando che l’Ucraina è l’ultima linea di difesa europea. Se Kiev dovesse perdere il conflitto, Nixey si dice certo che Putin attaccherà anche altrove, ragione per cui USA e UE dovrebbero scendere a patti chiari con il supporto alla causa ucraina, continuando a garantirlo indistintamente. Tutti i suoi colleghi esperti della Russia, spiega Keir Giles, sono certi che attaccherà l’Europa, o comunque un altro obbiettivo. Mentre Natalie Sabanadze, docente di relazioni internazionali, non crede alle minacce di Trump di lasciare la Nato, pur riconoscendo che sono state un’ottima spinta, per alcuni paesi occidentali, per intensificare la produzione bellica.