L’Europa si sta riscaldando più velocemente degli altri continenti. E’ questo quanto emerso dal rapporto European State of the Climate del Copernicus Climate Change Service sul clima europeo del 2022, e sottolineato stamane dal Frankfurt Allgemeine Zeitung. L’anno scorso è stato il secondo anno più caldo della storia, con un numero record di giornate di stress di colore, l’estate più calda di sempre e la perdita di ghiaccio sulle Alpi maggiore di sempre. Sono le prove ovviamente che l’emergenza climatica è reale e concreta e che l’Europa, soprattutto quella Meridionale, sia una delle vittime principali del riscaldamento globale da anni in corso. Le temperature sono cresciute di 1,1 gradi rispetto all’era pre-industriale, ma in Europa l’incremento è stato di 2,2 gradi e nessun continente si sta riscaldando così velocemente come il nostro.



A conferma di tale situazione preoccupante, il fatto che nel sud Europa nei mesi di marzo, maggio, giugno, luglio, agosto, ottobre e infine dicembre, ci sono state delle temperature superiori anche di 10 gradi rispetto alle medie stagionali. Preoccupa anche il numero di giornate di stress da calore, indice che misura non solo la temperatura ma anche l’umidità, il vento e le condizioni generali, che sono aumentate del 30% in Europa, e che prospettano come in estate ci si possa aspettare dai 70 ai 100 giorni di questo tipo, ovviamente pericolosi per la salute. Secondo il World Weather Attribution 20mila persone sarebbero morte per il caldo durante l’estate 2022.



EUROPA SI STA RISCALDANDO VELOCEMENTE: “2022 UN ANNO DA RECORD”

«È stato un altro anno da record per gli incendi, le temperature, l’assenza di precipitazioni e la concentrazione di CO2. Da queste condizioni dipendono la nostra possibilità di prosperare come società e la nostra stessa vita», le parole di Carlo Buontempo, direttore di Copernicus «Dobbiamo superare la condizione di stupore – ha aggiunto – ed educarci a percepire il clima come un discorso sistemico, non una collezione di problemi isolati. L’adattamento è l’unica cosa che possiamo affrontare su scala nazionale, il problema non è solo la siccità del 2023, ma quella del 2024, quelle degli anni ‘30 e ‘40, e in parallelo le crisi degli incendi che verranno, la tenuta alle inondazioni e così via. È tutto parte di un grande sforzo nazionale, che deve diventare priorità di questo paese».



A preoccupare infine è la siccità, visto che nel 2022 il 63 per cento dei fiumi europei è stato sotto il livello di guardia, un altro dato record del 2022, e sulle Alpi sono spariti 5km cubi di ghiacci e fra i 20 e i 50 giorni di neve. Le Alpi, nel 2022, hanno perso il 60 per cento della neve che solitamente ospitano.