L’Europa, che presto dovrà decidere il nuovo esecutivo del Parlamento, ha accelerato i lavori per introdurre alcune norme che riguardano il settore food, tra etichette sostenibili, il temuto e criticato NutriScore e, a breve, anche la carne cosiddetta sintetica. Votazioni certamente importanti e che, fino ad ora, hanno ottenuto il favore della maggioranza dei delegati di ogni singolo stato, specialmente per quanto riguarda l’etichettatura.
In questo contesto, infatti, mercoledì scorso l’Europa ha votato favorevolmente il divieto alle etichette che riportano dichiarazioni green in qualche modo fuorvianti. Stop, dunque, ai confusionari ‘bio’, ‘naturale’, ‘climaticamente neutro’ o ‘eco’, che talvolta non significano nulla e non sono correlati a effettive prove a sostegno del badge green. Differentemente, tali diciture potranno essere utilizzate dalle compagnie che riceveranno un accredito da parte di enti terzi riconosciuti. Similmente, l’Europa ha votato anche a favore delle norme sulla durata dei beni, che consisteranno in informazioni precise e dettagliate sulle garanzie offerte ai consumatori già sull’etichetta (o confezione), che premieranno le alternative migliori con banner più visibili.
Europa: si apre lo scontro su NutriScore e carne sintetica
Similmente, tuttavia, così come l’Europa si è trovata d’accordo per quanto riguarda le etichette, lo stesso non vale per la proposta di modifica del regolamento sugli slogan nutrizionali. Si suggerisce, anche in questo caso per evitare dichiarazioni fuorvianti, di adottare informazioni nutrizionali “obbligatorie e armonizzate” che siano “basate su dati scientifici solidi e indipendenti”. Una proposta approvata ma che potrebbe nascondere, secondo il gruppo Identità e democrazia (del quale fa parte la Lega) e che ha votato contro, il doppio fine di introdurre il NutriScore.
Questo, già discusso in Europa, è un sistema che assegna una valutazione semaforica agli alimenti in base al loro apporto nutrizionale e alle salubrità e che penalizza buona parte della filiera food Made in Italy, tra cui anche le nostre eccellenze alimentari. Il secondo oggetto di possibile scontro tra le file europee verrà, invece, discusso martedì e riguarda la cosiddetta carne sintetica. Questa, infatti, è stata l’oggetto di una richiesta, presentata in Europa, da parte di 12 paesi (Italia, Austria, Francia, Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Ungheria, Lussemburgo, Lituania, Malta, Romania e Slovacchia) che chiedono alla Commissione “una consultazione pubblica sui prodotti a base cellulare [che] non possono mai essere chiamati carne” e che pongono una serie di “questioni etiche, economiche, sociali e ambientali, nonché sulla nutrizione e sulla sicurezza sanitaria”.