L’astrofisico Olivier Mousis ha lanciato un appello all’Europa affinché partecipi alla missione degli Stati Uniti su Urano. Il direttore dell’Origins Institute dell’Università di Aix-Marsiglia, come riportato da Le Figaro, da tempo chiede alla comunità scientifica di osservare più da vicino questo pianeta e le sue lune ghiacciate, in quanto “non sappiamo praticamente nulla”. L’ultima nonché unica spedizione infatti fu effettuata con la sonda Voyager 2 nel gennaio 1986. È per questo motivo che vorrebbe che l’Agenzia spaziale europea (ESA) accettasse l’invito della National Aeronautics and Space Administration (NASA).
“I giganti gassosi freddi come Urano sembrerebbero essere numerosi nell’universo. Se ambiamo a scoprire quale sia la storia del nostro sistema solare, è indispensabile effettuare delle misurazioni sul pianeta per comprendere di cosa è composto. La Terra è ricoperta di acqua per il 70%, ma ancora non è chiaro come questa ci sia arrivata”, ha sottolineato l’esperto. “Urano tra l’altro è un mondo a parte, è l’unico pianeta del sistema solare il cui asse di rotazione è quasi nel piano dell’eclittica. L’origine di questa inclinazione è da scoprire”.
“Europa su Urano con Nasa”, l’appello dell’astrofisico Olivier Mousis
La ricercatrice Kathleen Mandt dell’Applied Physics Laboratory della Johns Hopkins University, in un articolo pubblicato sulla rivista Science, ha evidenziato l’importanza della missione su larga scala su Urano a cui la NASA sta pensando e a cui anche l’Europa, secondo l’astrofisico Olivier Mousis, dovrebbe partecipare. “Il progetto non è ancora acquisito, anche perché le questioni di budget sono complicate”, ha precisato l’esperto.
“Una missione su Urano sarà necessariamente costosa, qualche miliardo di dollari a priori. Ma il tempo sta per finire. La prossima finestra di lancio, per poter beneficiare dell’assistenza gravitazionale di Giove, è tra il 2031 e il 2033. Tuttavia, la NASA impiega circa otto anni per avviare una missione di queste dimensioni”. È per questo motivo che non c’è tempo da perdere. Anche l’ESA non dovrebbe starci a pensare più di tanto. “L’Europa oggi non sarebbe in grado di organizzare da sola una simile missione su Urano. Semplicemente non abbiamo ancora la tecnologia di un generatore termoelettrico a radioisotopi, per non parlare dei costi. È un’occasione unica”, ha concluso.