L’INVIO DI ARMI E MISSILI IN UCRAINA: I PAESI UE COINVOLTI

Si terrà oggi un vertice forse decisivo in Europa per capire quali armi/azioni concrete l’Unione potrà mettere in campo per sostenere l’Ucraina nella guerra in corso contro la Russia ormai da 4 giorni: durante la riunione straordinaria dei Ministri degli Esteri prevista oggi si discuterà di tutte le opzioni utili per un sostegno nel caso anche militare al Governo di Kiev, invocato da giorni dal Presidente Zelensky e garantite nei colloqui bilaterali delle ultime ore dai principali leader europei.



Ieri la prima vera svolta l’ha data la Germania di Scholz con l’invio di mille armi anti-carro e 500 missili terra-aria Stinger in Ucraina: «questa aggressione della Russia è un cambiamento epocale per l’Europa», ha spiegato il Cancelliere tedesco motivando la decisione dell’aiuto militare a Kiev. La decisione sembra sia maturata dopo la pressione di Polonia e Lituania contro Berlino, definita «egoista» e «ridicola» nella consegna finora di solo 5mila elmetti all’esercito ucraino: alla Germania si unisce poi il Belgio che invia 2mila mitragliatrici e 3.800 tonnellate di carburante per i mezzi dell’esercito di Kiev, così come la Repubblica Ceca che porta in Ucraina munizioni, fucili, mitragliatrici, proiettili di artiglieria e scorte già inviate lo scorso gennaio. Dalla Slovacchia, riportano le fonti dirette del Governo di Bratislava, l’invio di 12mila proiettili per artiglieria e anche loro tonnellate di carburante, fino alle scelte di queste ore attuate da Francia e Italia.



ORE CALDE IN UE: ALTRE ARMI O SANZIONI PIÙ DURE A PUTIN?

Da Parigi Macron è pronto all’invio di equipaggiamenti militari e carburante, in quanto la guerra «è destinata a durare molto a lungo», ha spiegato dall’Eliseo il Presidente francese. Dall’Italia invece è stato Mario Draghi in persona a parlare con Zelensky annunciandogli l’invio di armi anticarro e missili Stinger: con un decreto che sarà approvato nei prossimi giorni (e che rientra nello stato di emergenza per la guerra in Ucraina, ndr), l’Italia si appresta a fornire strumenti militari difensivi all’esercito di Zelensky. La decisione piena sarà poi annunciata oggi al termine del Consiglio straordinario dei Ministri Esteri Ue: come ha già anticipato il Presidente del Consiglio Ue Michel, «Faciliteremo la consegna di aiuti militari, l’Ucraina democratica prevarrà». L’Unione Europea si appresta dunque ad attivare la European Peace Facility, ovvero il sostegno economico per equipaggiamenti militari e la vendita di armi “a debito” al Governo di Kiev: «Proporrò un pacchetto di aiuti di emergenza per le forze armate ucraine, per sostenerle nella loro eroica battaglia», ha detto da Bruxelles l’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Josep Borrell. La decisione da prendere è comunque delicata anche perché pesa l’altra opzione valutata dalla Francia: «la soluzione non può essere equipaggiare l’Ucraina al livello militare della Russia. Il punto è aumentare il costo della guerra in modo tale che Putin sia costretto a riconsiderare i suoi piani. Capendo che pagherebbe un prezzo troppo alto», sottolinea l’Eliseo valutando l’alternativa di fondi militari diretti. Il Regno Unito, che pure ha dato notevoli contributivi economici e di materiale bellico a Kiev, ha sottolineato come non vi possa essere risposta positiva alla richiesta dell’Ucraina di un supporto aereo: «Significherebbe che la Nato dichiara guerra alla Russia», ha spiegato il ministro della Difesa UK Ben Wallace.

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