Duramente criticata per la legge sui migranti a cui sta lavorando, la Gran Bretagna potrebbe diventare un modello di riferimento per l’Unione europea. Il governo britannico potrebbe, infatti, istituire programmi di deportazione in stile Ruanda insieme ad altri Paesi europei. Ne parla il Daily Telegraph, spiegando che ci sono trattative con altri Paesi terzi pronti ad accettare i migranti espulsi dal Regno Unito. Inoltre, tali negoziati sono in corso mentre altri Paesi europei stanno valutando di seguire l’esempio britannico nella “delocalizzazione” delle domande di asilo.



Ad esempio, il rappresentante speciale del Governo federale tedesco per gli accordi sulla migrazione, Joachim Stamp, ha rivelato che la Germania sta valutando le opzioni per trasferire le procedure di asilo in Africa. Questo vuol dire che i migranti salvati nel Mediterraneo verrebbero trasferiti in Nordafrica, dove le loro richieste di asilo verrebbero esaminate. La Danimarca si è già mossa, firmando una dichiarazione con il Ruanda per trasferire fino a mille richiedenti asilo all’anno, emulando l’approccio del Regno Unito, attualmente contestato dalla Corte d’Appello.



“DELOCALIZZAZIONE MIGRANTI? SERVONO MISURE SOLIDE”

Ad evidenziare l’inasprimento dell’approccio europeo sull’immigrazione è stato il primo ministro britannico Rishi Sunak, che tra l’altro ha lavorato ad un accordo triennale con il presidente francese Emmanuel Macron da 478 milioni di sterline che prevede il finanziamento di un centro di detenzione dal quale i migranti del Canale saranno deportati nel loro Paese d’origine o in una nazione terza sicura. Ma anche la Francia sta inasprendo la sua politica sull’immigrazione con una nuova legge che raddoppierà il tempo di detenzione dei migranti illegali a 90 giorni. Il ministro britannico dell’Immigrazione Robert Jenrick ha rifiutato di fare i nomi dei Paesi con cui la Gran Bretagna sta parlando di questo piano, ma ha confermato che «ci sono altri Paesi che sono interessati a fare questo» sia con il Regno Unito sia con altri Paesi europei. «Tutti si rendono conto che in una crisi migratoria globale è necessario adottare misure solide come questa per proteggere i propri confini».

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