Piuttosto che l’ondata, anzi lo tsunami sovranista che tutti si attendevano da queste elezioni europee, si può invece dire si sia trattato di una ondata “verde”. Hanno infatti vinto e in alcuni casi stravinto, vedi la Germania dove sono oggi il secondo partito, o l’Irlanda, ma anche in Francia i partiti ambientalisti legati alla definizione di Verdi. Viene spontaneo dunque domandarsi quanto abbia influito su questo risultato elettorale il fenomeno Greta Thunberg, la ragazza svedese capace di trascinare in piazza centinaia di migliaia di giovani nella sua sfida per la difesa dell’ambiente. Secondo Massimo Introvigne, sociologo, esperto di religioni e direttore del Cesnur, “i Verdi in Germania godono di una lunga storia e da anni sono un movimento che cresce politicamente a prescindere da Greta Thunberg”. Piuttosto, dice ancora, essendo il simbolo della distruzione dell’ambiente il presidente americano Trump, l’usuale voto anti-americano che prima si esprimeva in voto alle formazioni della sinistra classica, oggi si esprime nei Verdi.



Lei pensa ci sia un legame tra la grande vittoria dei Verdi in molti paesi e il fenomeno Greta Thunberg, oggi sorta di simbolo mondiale della lotta in difesa dell’ambiente?

Personalmente direi di no. Lo dimostra il fatto che in Svezia, paese natale di Greta, dove la madre gode di grande notorietà e dove ha avuto una maggiore esposizione mediatica, i Verdi non abbiano ottenuto un grande risultato. La crescita elettorale dei Verdi in paesi come la Germania è stata graduale, procede da anni ed è cominciata ben prima si parlasse del fenomeno Greta.



Sta di fatto però che nell’ultimo periodo la ragazza svedese ha portato e ancora porta in piazza milioni persone. Per molti lei è solo una sorta di pupazzo in mano a qualche oscura strategia mondialista che l’ha creata e la manovra. Che ne dice?

Posso pensare ci sia una produzione di questo tipo di fenomeni, che non sono mai del tutto spontanei e spesso sono anche creati a tavolino, ma che ci sia un collegamento diretto con l’esito elettorale non credo, non penso si voti pensando a Greta. Vivendo all’estero ho piuttosto visto più che a Greta attribuire al papa e alle sue priorità sull’ambiente una capacità propagandista più persuasiva della ragazza svedese.



Certamente papa Francesco è visto come una sorta di sobillatore dell’ambientalismo, ma è anche vero che i partiti dei Verdi provengono quasi sempre dalla vecchia sinistra, gente che non è mai stata molto interessata al papa, o no?

Infatti non credo che né il papa né Greta abbiano influito sul voto e che ci sia invece una costellazione di personalità mediatiche che tambureggiano sulla questione ambientalista. Pensiamo alla nuova stellina del Partito democratico americano, Alexandria Ocasio-Cortez. C’è stato poi anche Macron che per marcare la sua differenza dagli Stati Uniti ha giocato con questo, anche se poi i voti non li ha raccolti lui ma appunto i Verdi. Immagino ci sia una concertazione mondiale di opinion leader che battono su questo tema. Il fenomeno però è precedente, i Verdi stavano già crescendo, ma siccome il grande nemico dell’ambiente è Trump, un voto anti-americano che in altre occasioni andava alla sinistra classica questa volta può essere andato ai Verdi.

(Paolo Vites)