PPE, MELONI E LE PEN-SALVINI: LE TRAME PER NUOVO CENTRODESTRA DOPO LE EUROPEE 2024

Cinque anni fa dalle urne delle Elezioni Europee uscì una maggioranza, la cosiddetta “Ursula” che con Von der Leyen Presidente Commissione Ue portò al governo in Ue PPE (Popolari), PSE (Socialisti), Renew-Liberali (Macron), con l’appoggio dei voti grillini e in parte dei Verdi. Una “grande coalizione” si direbbe in Germania, una “pessima” invece secondo altri visti i risultati non entusiasmanti specie sul Green New Deal. Alla vigilia delle Elezioni Europee 2024, l’asse filo “centro-sinistra” della guida Ue sembrerebbe spostarsi più verso destra e non solo perché lo indicano i sondaggi: PPE-ID-ECR potrebbe infatti essere un’alleanza in grado di modificare la maggioranza nel prossimo Europarlamento, lavoro a cui puntano ormai da tempo le tre anime del Centrodestra italiano al Governo con Giorgia Meloni.



Con la crisi di socialisti e Macron in Francia, Germania e Italia (dove comunque il Pd di Schlein è il partito messo meglio rispetto alla Spd tedesca o la coalizione di Renew francese), Von der Leyen per prima ha cercato una “sponda” con i Conservatori di Giorgia Meloni, mentre le ultime mosse in casa ID – con lo strappo di Le Pen e Salvini dall’alleato estremista Afd – hanno ulteriormente avvicinato il progetto di Centrodestra in Europa dopo i risultati dell’8-9 giugno 2024. Con un Partito Popolare destinato alla riconferma come prima lista in Ue, i socialisti secondi ma in calo e una bagarre fino all’ultimo voto tra Liberali, Identitari e Conservatori, ecco che il progetto sognato da Meloni-Salvini-Tajani potrebbe effettivamente realizzarsi. La strada è però tutt’altro che spianata, specie perché nel Partito Popolare restano resistenze non da poco per rimanere sull’asse più “comodo” filo-establishment di Bruxelles, piuttosto che aprirsi ad una nuova maggioranza consolidata in Italia ma del tutto inedita in Europa.



CENTRODESTRA IN UE? LA PAURA DELLA SINISTRA E L’ATTACCO DI SCHLEIN “COSÌ IL PPE TRADISCE L’EUROPA”

Oggi dalle colonne de “La Stampa” la segretaria del Pd Elly Schlein ha lasciato intendere con le sue dichiarazioni che il timore nel campo a sinistra di un effettivo asse spostato a destra è tutt’altro che infondato. «Con Meloni e Marine Le Pen, i popolari tradiscono l’Unione Europea», è il grido di allarme lanciato dalla n.1 Dem, con orizzonte rivolto sì al PPE ma anche allo stesso Partito Socialista Europeo (PSE-S&D) per non perdere i nodi intrecciati con l’area centrista-cristiana (di cui fanno parte Forza Italia e Noi Moderati).



Secondo Schlein, i popolari starebbero con Von der Leyen – che ha “aperto” l’ipotesi di coalizione «con i nazionalisti dell’Ecr e di Identità e democrazia, i gruppi di Salvini e Meloni in Europa» – inseguendo l’estrema destra nazionalista, «è una china pericolosa». Rivolta infine contro la Premier Meloni, la leader del Pd incalza: «Non vedo la differenza tra l’Afd e il razzista, misogino, fan di Putin e omofobo Eric Zemmour. Quindi vorrei fare una domanda a Meloni: dopo di lui è pronta ad accogliere Orban e Le Pen?».

WEBER FRENA: “RIPARTIAMO DA SOCIALISTI E MACRON”. CENTRODESTRA O NUOVO “INCIUCIO”?

Nelle ultime 24 ore due dichiarazioni, prima di Antonio Tajani e poi direttamente del Presidente del PPE Manfred Weber sembrano confermare quella “resistenza” ad avviare un nuovo corso con Popolari, Destra e Lega-RN scalzando del tutto la sinistra dalla guida dell’Unione Europea (sempre che i risultati diano la possibilità numerica di una maggioranza comunque non scontata nell’Europarlamento). Il leader di Forza Italia nonché uno dei principali candidati alla guida della Commissione Europea qualora Von der Leyen non riuscisse a convincere i leader del Consiglio Ue per un mandato “bis”, ha nettamente allontanato l’ipotesi di un accordo con Marine Le Pen: «non è europeista e vuole l’uscita dalla Nato».

Immediata la replica della leader del primo partito di Francia, con il segretario della Lega Salvini che conferma l’intento di unità del Centrodestra tenendo dentro tutte le anime e invitando l’alleato Tajani a collaborare per unire le destra e non per confermare gli “inciuci” con socialisti e Macron. Da Forza Italia infatti la linea ufficiale è sempre quella di voler impostare il dialogo per un governo europeo con «liberali e conservatori», dunque escludendo ancora l’ID. Le trame però proseguono e parte del PPE sarebbe disposto a puntare su un’Identità e Democrazia più moderata non essendoci più l’Afd di mezzo: a frenare il tutto ci ha però pensato l’intervento del leader popolare Weber, in un’intervista ieri al quotidiano greco “Kathimerini”. Secondo il presidente PPE, il punto di partenza dopo le urne sarà sempre «la cooperazione con Socialisti e liberali. Le tre grandi famiglie politiche Ue hanno l’enorme responsabilità di stabilizzare e guidare l’Europa». Inoltre sul ruolo di Von der Leyen candidata, Weber aggiunge che occorrerà capire se il PPE sarà ancora il primo partito d’Europa (anche se i sondaggi danno conforto ai popolari in questo senso). Insomma, le trattative si fanno complesse e quasi due settimane dal voto è ancora difficile sbilanciarsi: certo, l’intento di un Centrodestra europeo spinge tra le diverse anime di ECR, ID e PPE, ma occorre comprendere quali prevarranno, se quelle “innovatrici” o se quelle che continueranno a “flirtare” con l’establishment di Bruxelles, molto più incline a Socialisti e liberali.