Nella serata di giovedì scorso, 5 ottobre, il PS, il Partito Socialista francese, ha ratificato la decisione di una lista indipendente per le prossime elezioni europee, infrangendo così, come sottolinea Euractiv, le speranze di una sinistra radicale di avere una lista comune. La Sinistra era alla ricerca di unità, e alcuni membri del partito socialista, ma anche della sinistra radicale La France Insoumise, e dei Verdi, ritenevano che fosse necessario presentarsi assieme alle Europee del giugno del 2024, ma evidentemente così non è stato. Euractiv sottolinea come in Francia la crescita dell’estrema destra favorirebbe la vittoria alle elezioni presidenziali della sinistra che si terranno nel 2027.
La coalizione NUPES, Nuova Unione Popolare Ecologica e Sociale, in occasione delle parlamentari del 2022 ha avvicinato i principali partiti di sinistra, favorendo l’elezione di circa 150 membri del parlamento, ma la maggioranza della stessa coalizione è ancora convinta che vi siano troppe differenze interne sulle questioni europee. Peccato però che le proiezioni di voto mostrino che un’unica lista otterrebbe senza dubbio meno voti e quindi meno eletti, rispetto ad una sinistra divisa.
EUROPEE 2024, SINISTRA FRANCESE CORRERÀ SEPARATA: IL COMMENTO DI OLIVIER FAURE
E alla fine, nella votazione di giovedì scorso, si è deciso quindi di “correre separati”: non si conoscono ancora i risultati finali della votazione, ma Euractiv sottolinea che in diverse sezioni locali i favorevoli erano vicini al 90 per cento, cifre confermate anche dai dati forniti dal Partito Socialista ad AFP, basati sullo scrutinio di più del 60% delle schede. Il primo segretario Olivier Faure, parlando a Radio Sud nella mattinata di ieri, ha difeso la decisione di giovedì, spiegando che “abbiamo bisogno di un’Europa che sia consapevole della propria forza e delle proprie responsabilità” e che “garantisca la propria sovranità”.
E ancora: “L’Europa potrebbe cambiare il suo software”, ha aggiunto, in un momento in cui “la destra e l’estrema destra stanno facendo tutto il possibile per riportare indietro l’orologio: concorrenza, libero scambio incontrollato e austerità”.