LE DUE SORELLE VOLATE IN SVIZZERA PER SUICIDARSI: “ERANO SANE”

Due sorelle di 40 e 54 anni, Lila e Susan (originarie degli Stati Uniti), sono volate negli scorsi giorni in Svizzera per il suicidio assistito presso una clinica del circuito “Exit”, l’associazione più famosa dei Cantoni per la promozione della “dolce morte”.



Il caso arriva in Italia tramite il racconto de “La Verità”, sconcertati dal fatto che le due sorelle sarebbero stato in sostanza sane: il direttore dell’associazione che promuove l’eutanasia, Philip Nitschke, al quotidiano “Le Matin” ha spiegato che le due sorelle non avevano alcuna delle patologie inguaribili che di norma “giustificano” il ricorso al suicidio assistito. «Si lamentavano di quel che potrebbero chiamarsi delle frustrazioni», racconta ancora il direttore dalla regione di Basiliea, «i mal di schiena, le insonnie croniche, le vertigini». Il loro desiderio era però quello di «morire assieme» e così sono state accontentate, «questo loro desiderio non era negoziabile», conclude Nitschke.



LA RABBIA DEL FRATELLO: “NESSUNO MI HA AVVISATO”

Un’altra associazione che è stata vicina alle due sorelle americane – la Pegasus – ha poi spiegato ai quotidiani svizzeri che le due sorelle «hanno ricevuto un esame medico in Svizzera e la loro capacità psicologica di prendere una tale decisione è stata valutata da professionisti indipendenti».

Al di là delle forti discussioni per una scelta, quella dell’eutanasia, permessa senza neanche un vero “motivo” medico-sanitario, vi è un ulteriore fatto che rende la vicenda delle due sorelle realmente drammatica: il fratello maggiore Cal, residente a New York, si è detto totalmente devastato dal fatto che nessuno aveva comunicato lui la notizia dell’eutanasia. Ha saputo della tragedia dai media internazionali a seguito di diversi giorni di ricerche online non avendo più notizia delle sorelle: «erano in perfetta salute», lamenta il fratello a “Le Matin”, «sono completamente devastato dalla notizia».