OLANDA CONCEDE L’EUTANASIA PER DISTURBI PSICHICI: IL CASO CHOC DI ZORAYA TER BEEK
Si chiama Zoraya ter Beek, ha 29 anni ma negli ultimi tre ha combattuto con la giustizia e i medici in Olanda per ottenere quanto ora è divenuto ufficiale: morirà per eutanasia entro fine maggio, dando seguito alla legge che dal 2002 consente nei Paesi Bassi il suicidio assistito di Stato anche per chi soffre di disturbi psichici. Esatto sì, la giovane Zoraya ha dovuto dimostrare di avere problemi mentali cronici come la depressione oltre ad una diagnosi di autismo giunta fin dall’infanzia: invece che sostenere, aiutare, curare e accompagnare il dolore psichico – tutt’altro che “inferiore” a quello fisico – lo Stato in Olanda consente la “dolce morte”.
L’ultimo via libera è giunto dalle autorità, sentite le commissioni mediche e giuridiche, come da prassi: «Mi sento sollevata. È stata una lotta così lunga. Ora il punto è arrivato, siamo pronti e stiamo trovando una certa tranquillità. Anch’io mi sento in colpa. Ma a volte, quando ami qualcuno, devi lasciarlo andare», è il breve discorso affidato alla stampa olandese dalla giovane ancora Zoraya che si appresta all’eutanasia nel prossime settimane. Un sedativo e conseguenti farmaci la condurranno in coma secondo quanto prevede il processo del suicidio assistito in Olanda: «Il mio compagno sarà lì, ma gli ho detto che va bene se ha bisogno di lasciare la stanza prima del momento della morte», ha spiegato ancora Zoraya.
MORIRÀ ENTRO MAGGIO 2024: CON ZORAYA SI SUICIDA ANCHE LA CIVILTÀ
I numeri in Olanda di chi richiede e ottiene l’eutanasia per disturbi psichici è in triste aumento dal 2010: da 2 a 138 di oggi, di fatto l’1,5% dei casi di morte per eutanasia nei Paesi Bassi nel 2023 (poco più di novemila). Zoraya soffre di depressione cronica, trauma e disturbo di personalità, oltre che un lieve spettro autistico: nell’Europa civile che si apre alla vita e che mira al sostegno più prossimo con piena dignità, le leggi pro-eutanasia in Olanda, Belgio – e presto forse anche in Francia – rischiano di trasportare indietro e non verso un “progresso civile” il nostro Continente. Come hanno di recente ribadito i vescovi francesi in risposta al tentativo di allargare le maglie del suicidio di Stato del Presidente Macron, «Una simile legge indirizzerà tutto il nostro sistema sanitario verso la morte come soluzione».
Intervistata dal quotidiano inglese “Guardian” la ragazza ha risposto al dibattito di comprensibile angoscia e polemica generato dalla decisione dell’eutanasia per malati di depressione: «Comprendo i timori che alcune persone disabili hanno riguardo alla morte assistita e le preoccupazioni per le persone che sono sotto pressione per morire. La gente pensa che quando sei malato di mente non puoi pensare lucidamente, il che è offensivo». Con una famiglia e un fidanzato vicini, Zoraya ammette di aver avuto molte volte paura della sua scelta ma non ha mai pensato ad una alternativa: «non sono cieca di fronte al loro dolore, ma sono assolutamente determinata ad andare fino in fondo». Al di là dei singoli casi che non devono e non possono essere pienamente compresi se non si conosce a fondo l’intera situazione, resta un tema di forte perplessità: nel 2024, una legge europea consente allo Stato il potere di portare alla morte un disabile psichico senza invece provare a fare di tutto per prendersene cura. Con Zoraya insomma rischia di suicidarsi anche l’intera civiltà.