FAUTORI LEGGI EUTANASIA AVVISANO LA FRANCIA: “NON FATE COME NOI”. DALL’OLANDA…
Nelle settimane in cui la Francia si avvicina sempre più ad una nuova formulazione ben più permissiva sull’eutanasia e le norme sul fine vita, due importanti appelli vengono riportati su “Le Figaro” da fautori delle leggi pro-eutanasia di Olanda e Belgio. I due Paesi del Nord Europa all’avanguardia da anni sul tema eutanasia per la prima volta mettono in “crisi” il loro stesso sistema giudicato ormai una pericolosa deriva verso la morte indotta senza quasi controllo.
E così sulla prima pagina del prestigioso quotidiano francese arriva il commento che non ti aspetti di Theo Boer, uno degli storici esaminatori della legge olandese sul Fine Vita: «Sembra ormai scontato che in Francia sarà consentita una qualche forma di morte indotta e con trentacinque anni di esperienza in mate- ria di eutanasia nei Paesi Bassi e l’esame di quattromila casi, esprimo la mia tristezza». Come riporta bene su “Il Foglio” Giulio Meotti riprendendo la lettera di Boer, a Parigi si lavora in queste ore sulla “dolce morte” ma nei Paesi dove si è molto più avanti con quella legislazione i dubbi e i timori sono molto più di quanto l’opinione pubblica vuole far credere. «Una volta autorizzata, l’eutanasia diventa una normale pratica medica. In Canada, i medici sono obbligati a informare il paziente se soddisfa le condizioni per l’eutanasia», sottolinea ancora il fautore della legge in Olanda. Non sembrano esistere più criteri né paletti: «Chi è idoneo? Solo i terminali? E i pazienti affetti da malattie psichiatriche? E perché la morte indotta non dovrebbe essere aperta a chiunque, malato o meno? Sulla base dell’esperienza olandese e di tutti gli altri paesi che prevedono una forma di morte assistita, è chiaro che non esiste criterio che prima o poi non venga percepito come ingiusto». Secondo Boer ciò che è avvenuto in Olanda in questi anni era un iniziale buon “compromesso” tra la compassione, la vita umana e le libertà individuali: in poco tempo però tutto è stato travolto dall’aumento considerevole di casi di suicidi “di Stato”.
… AL BELGIO: “EUTANASIA È INDEGNA DELLA NOSTRA SOCIETÀ”
«Nel corso degli anni abbiamo assistito a un drammatico aumento di casi, passati dai duemila del 2002 ai diecimila di oggi. In alcune zone dei Paesi Bassi, il 15 per cento dei decessi è dovuto all’eutanasia», conclude Boer su “Le Figaro”, il quale si appella alla Francia e a chi chiunque voglia intraprendere quella stessa strada dell’Olanda, «Evitate che la morte assistita diventi parte integrante del vostro sistema sanitario. Il volto della medicina verrebbe radicalmente modificato». Sempre il quotidiano francese ospita poi simili commenti anche dal Belgio con medesimo obiettivo, far desistere il legislatore francese dall’aprire ad un’eutanasia praticamente senza più reale controllo.
«L’eutanasia aleggia come un’ombra sul mondo dei vivi», scrive Jacqueline Herremans dell’Associazione per il Diritto a Morire con Dignità, «Un medico si è trovato nel bel mezzo di un ricevimento con una cinquantina di invitati e il malato che era venuto per l’eutanasia». È ancora “IlFoglio” a riportare l’appello disperato di An Haekens, psichiatra di Lovanio: «È indegno della nostra società. L’eutanasia apre un vaso di Pandora ed espone tutti gli anziani alla tentazione del suicidio».