RIPRENDE L’ITER DELL’EUTANASIA IN FRANCIA: COSA VUOLE MACRON, ALLARME NEL CENTRODESTRA (E NELLA CHIESA)
Prosegue in Parlamento il progetto di legge voluto fortemente dal Presidente della Francia Emmanuel Macron per rinnovare la legge sull’eutanasia rispetto alla precedente “Claeys-Léonetti” del 2016: dopo i dibattiti pubblici e dopo l’annuncio lo scorso marzo dell’Eliseo sull’intento di voler rendere più ampie le maglie del suicidio assistito in Francia, sono stati presentati negli scorsi giorni le centinaia di emendamenti in Parlamento per discutere ogni singolo passaggio della legge sull’eutanasia. I più ingenti vengono dal Centrodestra, in particolare dai Repubblicani di Eric Ciotti e dal Rassemblement National di Le Pen e Bardella: gli alleati rispettivamente di Forza Italia e Lega alle prossime Europee denunciano l’impianto eutanasico e anti-vita del Centrosinistra francese, in particolare di un Governo Macron che dopo l’inserimento dell’aborto in Costituzione vuole proseguire la rotta dei “diritti civili” laicisti.
Il progetto sull’aiuto a morire viene contestato da mezza Francia in quanto vi si legge dietro un calcolo freddo sulla possibilità di concedere a malati e fragili un “modo” per non gravare più sul sistema sanitario nazionale: secondo il ministro della Salute del Governo Attal, Catherine Vautrin, il progetto di legge sull’eutanasia è un testo molto equilibrato che non dovrebbe essere modificato eccessivamente. Di tutt’altro sentore il giudizio di LR e RN che vedono nella legge macroniana un attacco choc alla tutela della vita umana: non si parla più di cure palliative ma di “cure di accompagnamento” – denuncia il quotidiano “La Verità” parlando dell’iter sull’eutanasia ripreso in Francia – e in generale si tenta anche a livello lessicale di “mascherare” la volontà di rendere l’accesso alla “dolce morte” il più rapido e semplice possibile. «Il nostro ideale democratico, così fragile e necessario, si basa sul divieto fondativo di dare la morte», ribadiscono i vescovi cattolici di Francia nella dura nota pubblicata lo scorso marzo, il vero progressi per la Conferenza Episcopale non risiede nell’evolvere l’accesso all’eutanasia bensì «se progredisce la solidarietà con le persone più fragili più il nostro Paese avanza su un cammino rinnovato di fraternità, di giustizia, di speranza e di pace».
ASSICURAZIONI PRIVATE E MASSONERIA PRESSANO PER UNA LEGGE SULL’EUTANASIA ANCORA PIÙ AMPIA
Secondo il parlamentare repubblicano Hetzel, il progetto di legge di Macron sull’eutanasia mette a rischio il principio di «inviolabilità della vita umana», trovando sponde dal partito di Marine Le Pen fino addirittura a deputati socialisti e comunisti. C’è chi dunque contesta e concepisce come un serio allarme il ddl Macron, come invece chi vorrebbe addirittura ancora più allargare le normative previste in Francia rendendo l’accesso al suicidio assistito come una qualsiasi pratica sanitaria.
Come riporta “La Verità”, vi è una loggia della massoneria francese – il Grande Oriente di Francia (GODF) – che in una audizione parlamentare lo scorso 25 aprile ha richiesto l’estensione dell’eutanasia anche per i minorenni. Il discorso choc promosso dal gran maestro Trichard ha visto rivolgersi così davanti ai parlamentari francesi: «quando si hanno 17 anni e 6 mesi si è già autorizzati a guidare», sottolinea il responsabile del Grande Oriente massonico di Francia, e anche di potenzialmente «causare un incidente stradale». Ergo, per la massoneria si è anche in grado di discernere tra la vita e la morte, perciò occorrerebbe allargare i criteri per il suicidio assistito anche tra i minori. Addirittura dalla Grande Loggia Femminile (GLFF) si vuole aprire i cordoni dell’eutanasia depenalizzando l’intero iter per poter dare una «vita dignitosa» ai francesi: dietro lo strano concetto di “dignità della vita” togliendola con la “dolce morte” non vi è solo la massoneria o certe correnti politiche a sinistra. Nei dibattiti parlamentari sono giunte richieste formali anche da alcune assicurazioni private che coprono le spese sanitarie di dipendenti e pensionati: tanto la mutua Mgen quanto l’Associazione per il diritto a morire nella dignità – riporta il quotidiano cattolico “La Croix” – chiedono a Macron di eliminare dalle norme il “rischio di morte”, ovvero una prognosi di grave malattia, per poter ricorrere al suicidio assistito di Stato. La spinta “contro la vita in Francia” cresce sempre più, mascherata dal discorso buonista di maggiore “dignità” si pensano modi e iter per rendere ancora più facile ai fragili l’accesso alla morte di Stato: sarebbe questo il sogno di una Francia (e un’Europa) più civile?