CONSIGLIO ECONOMICO (CESE) APRE ALL’EUTANASIA E SUICIDIO ASSISTITO IN FRANCIA
Dopo l’ok con riserva del Comitato Etico Consultivo Nazionale e della Convenzione dei Cittadini, arriva una nuova apertura all’eutanasia in Francia dal Consiglio Economico Sociale e Ambientale (CESE): il documento è stato prodotto negli scorsi giorni ma reso pubblico oggi dal quotidiano “La Croix” anticipando la sessione plenaria della CESE. Un via libera sostanziale al suicidio assistito e all’eutanasia di Stato che si inserisce nel lungo percorso di dibattito pubblico aperto dal Governo Macron dopo l’annuncio di una nuova legge entro l’estate 2023.
«Aiuto attivo a morire», arriva dunque il sì del Comitato Economico francese nel documento intitolato «Fine vita: cambiare la legge»: elaborato tra l’inizio di ottobre 2022 e la fine di aprile da una commissione temporanea nominata dai 19 gruppi che compongono il Cese, l’organo si pronuncia a favore di per un’apertura verso assistenza attiva nel morire. La legalizzazione piena di eutanasia e suicidio assistito segue l’invito del Presidente Macron ma si scontra tanto con i medici francesi quanto con le associazioni pro-life e la Chiesa Cattolica stessa.
EUTANASIA, È SCONTRO SULL’OBIEZIONE DI COSCIENZA: “NON POTETE OPPORVI…”
I componenti del CESE sono unanimi nel chiedere un emendamento alla legge Claeys-Leonetti del 2016 tale da stabilire «alla fine della vita, il diritto al sostegno è aperto all’assistenza attiva nel morire»: ora resta da capire se tale unanimità si rifletterà poi nel voto dell’Assemblea Plenaria o se il CESE rimarrà diviso sull’eutanasia come avvenuto con la Convenzione dei Cittadini dove il 25% dei 184 partecipanti al dibattito sul fine vita si è detto contrario a tale misura.
Sono in tutto 3 gli argomenti presentati dalla Commissione temporanea per supportare la posizione pro-eutanasia: «Il primo è che l’attuale quadro legislativo, regolato dalla cosiddetta legge Claeys-Leonetti del 2016, non risponde a tutte le situazioni mediali, in particolare a quelle di pazienti affetti da patologie gravi e incurabili ma la cui prognosi vitale non è impegnata a breve termine, come nel caso della malattia di Charcot», spiega Dominique Joseph, relatore del parere e segretario generale eletto nella Commissione CESE. Il secondo tema è la lotta alle disuguaglianze: «non è normale che i francesi che hanno le informazioni, le reti e i mezzi finanziari giusti possano ricorrere all’assistenza attiva nel morire andando in Belgio o in Svizzera, mentre altri sono privati del diritto di scegliere liberamente. La parità di accesso agli stessi diritti per tutti è stato il principio guida della nostra riflessione». Da ultimo, la Commissione sottolinea la preoccupazione per l’eutanasia illegale e i potenziali abusi scaturibili. Non resta però in secondo piano il tema dirimente dell’obiezione di coscienza, specie vedendo la risposta data dallo stesso Joseph alle critiche mosse dagli operatori sanitari nelle scorse settimane: la bozza di parere afferma che i medici hanno il diritto di rifiutarsi di eseguire l’eutanasia, invocando una clausola di coscienza. Il testo poi vede la richiesta di aumentare le risorse umane e finanziarie per le cure palliative, come già raccomandato dalla CCNE e la Convenzione dei Cittadini. «Opporsi all’assistenza attiva nel morire e alle cure palliative non avrebbe senso. Sarebbe contrario alla visione umanista di una società solidale, inclusiva ed emancipatrice promossa dal Cese e alla quale appartiene questo progetto di parere», è il messaggio durissimo ribadito da Joseph che di fatto si “oppone” all’obiezione di coscienza. Atteso ora il voto dei 175 membri dell’assemblea CESE che dovrà confermare in pieno o in parte il parere della Commissione sull’eutanasia: come spiega “La Croix”, «Il risultato avrà un impatto importante sul prevedibile seguito politico della questione, poiché esprimerà l’opinione di quasi 80 organizzazioni della società civile – sindacati, settori professionali, associazioni – in tutta la sua diversità».