Eutanasia e fine vita, la volontà del paziente è sempre prioritaria rispetto alla sua condizione medica oppure i professionisti devono effettuare altre valutazioni? È una questione complessa affrontata dal quotidiano francese Le Figaro, che riporta il caso di un paziente francese che aveva espresso esplicitamente la volontà di essere tenuto in vita a tutti i costi. Considerata una questione prioritaria di costituzionalità, il Consiglio Costituzionale ha osservato che un medico può discostarsi dalle direttive anticipate del paziente.



Le “direttive anticipate” sono un documento nel quale il paziente esplicita la volontà di essere mantenuto in vita nel caso non sia più cosciente e in grado di deciderlo in seguito. Come spiega Le Figaro, sulla base della legge Leonetti-Claeys del 2016 la Corte Costituzionale ha affermato che i medici possono prendere le distanze da questo documento nel caso in cui le volontà del paziente siano “manifestamente inadeguate o non conformi alla situazione medica” in cui si trova. Su questi fondamenti, le direttive anticipate non possono “essere imposte in ogni circostanza”. La Corte Costituzionale ha ribadito che occorre “garantire il diritto di ciascuno a ricevere le cure più adeguate alla propria condizione” e di “assicurare la salvaguardia della dignità delle persone in fine vita” . Ma allo stesso tempo spiega che bisogna tenere conto del fatto che le direttive anticipate sono scritte “in un momento in cui la persona non si trova ancora di fronte alla particolare situazione di fine vita”.



Eutanasia e fine vita, il medico potrà prendere decisioni in contrasto con le volontà del paziente?

In caso di eutanasia o suicidio assistito, il medico potrebbe valutare le volontà del paziente alla luce delle sue condizioni mediche e, se necessario, discostarsene. È la delibera della Corte Costituzionale francese, che ha sottolineato come in ogni caso la decisione del medico deve passare attraverso una procedura collegiale e, in caso di disaccordo tra i parenti, può essere sottoposta al parere di un giudice. Il tema interno al discorso sull’eutanasia è stato sollevato dal delicato caso di un paziente 43enne, ricoverato nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Valenciennes dopo essere stato schiacciato dal camion che stava riparando.



In precedenza l’uomo ha espresso la ferma volontà di essere tenuto in vita a ogni costo. L’équipe medica ha però valutato come catastrofiche le condizioni di sopravvivenza del 43enne, che si trova attualmente in coma irreversibile. La famiglia dell’uomo si è opposta, lottando per far valere le direttive anticipate e dunque la decisione presa dal paziente. Al momento la vicenda del 43enne è in una fase di stallo: prima di decidere se procedere o meno alla sospensione dei trattamenti e quindi all’eutanasia dell’uomo, i medici attendono l’udienza del Consiglio di Stato.