In Olanda, l’eutanasia potrebbe essere legale nei casi di grave demenza: lo ha di fatto detto l’Alta Corte del Paese con una sentenza specifica lo scorso martedì, aggiungendo che in precedenza bisognerà aver fornito una richiesta scritta. In più, si dice che la richiesta scritta di eutanasia possa essere accettata anche prima che la demenza si presenti in stato avanzato, qualora le specifiche legali lo consentano, e dunque in questo caso ci sarebbe una richiesta che anticiperebbe e bypasserebbe una situazione per la quale il paziente non sia poi in grado di specificare quale sia la sua volontà. Quello della “dolce morte” è un tema sempre molto delicato, del quale si sta discutendo molto anche in Italia: non tocca soltanto l’ambito medico, anzi riguarda soprattutto altri tipi di sfere. In Olanda, come sappiamo, l’eutanasia è legale se siano riscontrati criteri rilevanti: tra questi, anche una chiara volontà del paziente e condizioni di sofferenza insopportabile senza alcuna prospettiva” di miglioramento e la mancanza di una “alternativa ragionevole”.



Così dice la Royal Dutch Medical Association, che aggiunge come la pratica dell’eutanasia sia invece illegale qualora non si verifichino queste condizioni. Quanto abbiamo invece riportato si riferisce ad un decreto discusso martedì, e che fa riferimento ad un medico di un ospizio che nel 2016 ha posto fine alla vita di una donna di 74 anni che soffriva di demenza. Il caso si è generato perché la donna aveva lasciata scritta la sua richiesta di praticare l’eutanasia qualora fosse ricoverata in una casa di cura con demenza, e pensasse che la sua ora fosse giunta. I detrattori del gesto del medico hanno detto chiaramente come il medico in questione non abbia fatto abbastanza per avere una conferma delle volontà della donna che aveva dato “segnali alterni” riguardo la sua condizione. Il dottore, che nel frattempo è andato in pensione e del quale non conosciamo l’identità, è stato giudicato dalla corte “non negligente”, avendo praticato l’eutanasia in conformità con la legge.



La Corte Suprema ha insomma detto che “in una situazione del genere tutte le condizioni legali sono state attese, inclusa quella che riguarda la sofferenza insopportabile e senza speranza”. Dunque il dottore non era punibile secondo la legge, ma la sentenza ha anche specificato che i dottori siano abilitati a procedere secondo la procedura qualora il paziente, a causa della malattia, non possa più dare il suo consenso. Il presidente della Royal Dutch Medical Association, René Héman, ha accolto la sentenza in maniera positiva ma ha aggiunto che questo non significa aver definitivamente chiuso il dibattito riguardo l’eutanasia nei casi di demenza. “Davanti a ogni richiesta di terminare la vita, un dottore deve ancora decidere se l’eutanasia sia appropriata e soddisfi tutte le condizioni”. Ovvero, le considerazioni personali dei dotti restano molto importanti, se non altro dunque c’è un barlume di “buon senso” e decisione individuale che permane…

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