Nello stato del Colorado, il primo in America a legalizzare la vendita e il consumo della marijuana, è legale anche l’eutanasia. E’ stata approvata grazie a un referendum popolare nel 2016 e permette ai medici di fornire un batterio letale ai pazienti terminali, che così possono uccidersi. Un uomo di 64 anni, Cornelius “Neil” Mahoney, informato dai medici lo scorso agosto di avere un tumore ormai incurabile e che gli rimanevano dai 4 ai 14 mesi massimo di vita, ha chiesto il suicidio assistito. Non sposato e senza figli, l’uomo non voleva che i fratelli si prendessero cura di lui, scrive oggi il sito infocatolica. Ha così consultato diversi ospedali dello stato e infine scelto il Centura Physician Group, un centro di cura sanitario di proprietà della Chiesa cattolica insieme alla Chiesa avventista del settimo giorno.
L’OBBLIGO DI PRATICARE L’EUTANASIA
Il centro però ha da sempre proibito ai medici che vi lavorano di collaborare ai suicidi assistiti, una regola che può non trovare d’accordo ma che è libero di applicare. A Mahoney e al suo medico personale però questo divieto non è piaciuto, tanto che hanno deciso di intentare azione legale contro l’istituto perché, dicono, la legge del Colorado obbligherebbe ogni medico, su richiesta, di praticare l’eutanasia. L’uomo intanto ha deciso di iniettarsi il batterio letale a casa sua con l’assistenza del suo medico. Visto che comunque in Colorado Mahoney non avrebbe trovato problemi a farsi uccidere, non si capisce la sua volontà ostinata di volerlo fare proprio in un ospedale religioso che applica regole ben precise, se non per metterlo in difficoltà.